massimo di giulio ha scritto:
Quello che vedi, e che vedono i tuoi detector, è quindi una "dispersione" più che un vero corto, ma sufficiente a bloccare il funzionamento del digitale.
Tenete conto che in digitale il segnale è modulato e a tensione più alta dell'analogico, per cui possono essere attivi anche accoppiamenti capacitivi, in cui l'erbetta (o comunque quello che c'è tra le rotaie) si comporta da dielettrico e il condensatore equivalente che ne deriva può far passare una corrente modulata.
In analogico tutto questo è quasi del tutto irrilevante.
Un rilevatore di presenza può benissimo essere settato su una soglia più alta, perchè quello che si mette sul binario, fosse una motrice, o una carrozza con le luci o un carro con la resistenza tra le ruote può benissimo far passare una corrente di qualche mA ben diversa dalla semplice dispersione, che sarò sempre di decimi di mA. Un fattore 10 farà una discreta differenza.
Non è quindi un problema di scarpette che non conducono, anzi! Comunque l'umidità di certo accelera i processi corrosivi o ossidativi, quindi può creare problemi di contatto alle scarpette.
Credo che invece il rilevamento di un corto da una centralina digitale richieda un assorbimento molto più alto, per cui il problema lamentato in altro post da Giancarlo è di altra natura dalla dispersione dovuta all'erbetta.
Cerco di spiegarmi ancora meglio.
Non ho MAI parlato di corto.
Ho invece detto che, quando l'ambiente è umido, tra le due rotaie non c'è più un circuito aperto, ma c'è una conduttanza, e quindi il detector segnala un assorbimento di corrente, pur inferiore al mA.
L'erbetta non è tra le rotaie, e nel caso della stazione, nemmeno vicina.
Ho detto però che, quando aumenta l'umidità, le prime zone a che disperdono sono quelle in mezzo all'erba e vicine alla montagna.
Ma questa non è una condizione necessaria perchè, al 70% di umidità, anche la stazione viene segnalata occupata dai detector e lì non c'è nemmeno erba vicina.
Riguardo alle scarpette che non conducono, per quel che ne so potrebbero essere anche tutte, ma siccome ho alimentato
ogni spezzone di binario, sono del tutto ininfluenti (potrei aver messo anche scarpette isolanti).
Le uniche scarpette alle quali mi sono affidato sono quelle dei tratti finali dei 4 binari dello scalo. Queste erano le uniche che dovevano condurre corrente. Dopo 4 anni, 4 su 8 non conducevano.
Da queste 4 scarpette (e solo da queste, che però rappresentano la metà delle scarpette di cui mi fidavo) l'ipotesi di correlazione tra la non conduzione e l'umidità, favorita dall'erbetta.
Dal fatto che la stazione non ha problemi, pur con umidità segnalata, non deducete invece che allora lì le scarpette vanno bene: come detto, le scarpette potrei anche toglierle.
Non alimento ogni metro di binario, alimento ogni spezzone! Anche i tronchini da 75 mm tra gli scambi, e gli scambi stessi.
Il rilevatore di presenza può essere settato su una soglia più alta, ma solo se lo permette.
ESU no (1 mA), Digikejis nemmeno (2 mA), Roco sì, a incrementi di 0,1 mA e si può anche settare il tempo minimo di rilevazione assorbimento prima di segnalare occupazione (peccato costi il doppio di ESU e 3 volte Digikejis).
L'illuminazione di carrozze supera i 10 mA (le mie le ho settate a 16mA) e quindi una soglia di 10 mA sarebbe adeguata al rilevamento, senza false sgenalazioni.
Però la corrente erogata dal booster è "preziosa" (anche in termini economici visto il costo di un booster), e se invece di far assorbire ai miei 200 carri 1mA ne faccio assorbire 10, significa che butto 2 A del mio booster da 4 A solo per quello scopo
Meglio un deumidificatore: mi costa meno e mantiene più sano il plastico e me.
Il rilevamento di un corto da parte di una centralina digitale può essere generalmente settato sia in corrente erogata, sia in tempo di intervento.
Con ESU, ad esempio, si può settare la corrente erogata a passi di 0,5 A (e infatti ho sempre consigliato di settare la minima possibile), e anche il tempo di intervento (per non tenere conto di brevi sovrassorbimenti) può essere immediato o a passi di 0,5" fino a 2".
Anche altre centrali ammettono la limitazione di corrente, non so se anche il tempo di intervento.
Quindi, se su impianto una loco produce un brevissimo corto al passaggio su uno scambio, in analogico non succederà nulla perchè l'alimentatore analogico non interviene in tempi così brevi, mentre in DCC interverrà subito (e intendo millisecondi).
Ho dovuto dividere il mio impianto in due distretti, perchè l'assorbimento totale dei treni era di circa 3,5 A e a volte quando una loco (qualsiasi) passava a cavallo di alcuni sezionamenti produceva un extra-assorbimento che mandava in protezione il booster. Con due booster, non ho più problemi.
Non ho mai detto che questa possa essere la causa della protezione sull'impianto di Adami (e non mi pronuncio proprio senza una misura di assorbimento), ma l'affermazione "se va in protezione su analogico va in protezione anche su digitale" non è vera (notate che ho deliberatamente omesso la parola "corto").
Un corto è un corto sia in analogico che in digitale, il conseguente intervento di protezione invece potrebbe differire. E noi vediamo l'intervento di protezione, non il corto...