Ogni tanto qualcuno chiede aiuto per la gestione di loop, evidenti o nascosti.
Magari le considerazioni ed esempi seguenti potranno aiutare.
In analogico il verso del moto di una loco dipende dalla polarità delle rotaie: in avanti (rispetto al binario) quando il positivo è a destra.
Questo significa che girando la loco questa si muoverà sempre nello stesso verso rispetto ad un osservatore esterno, ma in senso inverso rispetto a sé stessa.
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Quindi per mantenere una logica alla rotazione della manopola (orario=avanti) le polarità dei binari devono variare a seconda del verso di percorrenza normale di un binario.
Ad esempio, su un modulo, per usare un unico alimentatore, i binari affiancati avranno le rotaie all'interno con polarità positiva (per marcia a sinistra).
Per lo stesso motivo i binari pari e dispari di stazione possono essere alimentati con polarità opposte, ma si ha un corto se si connettono con uno scambio (anche se isolato su entrambe le rotaie)
Il corto avviene non solo quando ad attraversare il sezionamento è una loco, ma anche se ad attraversarlo sono carrozze con presa corrente illuminazione su tutte le ruote (ad es. Kato), o ad ogni rotabile se il sezionamento viene eseguito solo con un taglio senza scarpetta isolante.
In digitale invece, non essendoci una polarità fissa per le rotaie, girando la loco, questa si muoverà sempre nella stesso verso rispetto a sè stessa, ma in verso opposto rispetto all'osservatore esterno
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Progettando le alimentazioni in digitale bisogna abbandonare il modo di pensare in analogico.
Per fare andare un treno in avanti a seconda del binario, in digitale non serve più invertire l'alimentazione e tutta la stazione, o persino tutto il plastico, può mantenere la stessa alimentazione.
Tuttavia, anche il digitale non svincola da problemi elettrici: non abbiamo una"polarità", ma abbiamo pur sempre una "fase" (chiamiamola così in analogia con la corrente alternata sinusoidale). In altre parole, se usiamo un filo rosso e uno nero, il filo rosso non dovrà mai incontrare il nero.
Evidente! Sì, ma ogni tanto sorge qualche dubbio su come evitare che si incontrino, cioè evitare i cosiddetti
loop.
Per scovarli, in fase di progetto, basta segnare una rotaia in rosso; se in un punto abbiamo due rotaie rosse, lì avremo un corto e serve un modulo di inversione.
Tutti gli esempi seguenti sono rappresentazioni logiche, quindi si potrebbero verificare situazioni simili in percorsi più complessi.
Un otto non è un loop (come invece ho sentito dire...)
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Un otto "schiacciato" ha due loop
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Se a un otto (che non è un loop) aggiungiamo un binario, abbiamo un loop, più subdolo, dato che non ha la classica forma ad anello.
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In questo caso poi abbiamo 3 loop
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ma basta una "piccola" variazione ed ecco che 2 loop scompaiono.
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Il fatto che in digitale la loco mantenga la stessa direzione anche all'inversione della fase, dà un notevole vantaggio nell'attraversamento di loop.
Mentre in analogico, dopo aver invertito la polarità all'interno del loop per adeguarla a quella all'uscita, occorre anche invertire la rotazione della manopola (altrimenti la loco torna indietro), in digitale si inverte la fase e la loco va sempre avanti; quindi non occorre fermare la loco e l'operazione può essere fatta al volo, manualmente tramite un invertitore (o doppio deviatore) o più praticamente ed automaticamente tramite un modulo di inversione (lo si installa e ce ne si dimentica).
Dove sezionare e installare i moduli di inversione?
Un "esperto" mi diceva: tanti moduli quanti sono i loop. Lapalissiano
ma quanti sono i loop? quelli che sembrano a prima vista o quelli veri?
I loop in questo caso sono 3 e servono 3 moduli di inversione
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oppure uno solo?
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La classica racchetta di ritorno è sicuramente un loop, ma durante la progettazione di un plastico è meglio verificare fin dall'inizio se ce ne sono altri nascosti, e nel caso ce ne siano, ottimizzare sezionamenti e alimentazioni.
Ad esempio, rimanendo sulla classica racchetta di ritorno, non è obbligatorio che i sezionamenti siano quelli "tradizionali" (giallo), potremmo benissimo sezionare in altri modi.
Altra affermazione lapalissiana: il tratto di inversione di un loop deve essere lungo abbastanza da contenere il treno più lungo.
Ma dipende da come si eseguono i sezionamenti e dai rotabili.
Consideriamo ad esempio i sezionamenti in blu: si potrebbe pensare che non abbiano senso, invece con automatismi potrebbero averlo.
Se si seziona solo tagliando le rotaie, ogni ruota che attraversa il sezionamento metterà in contatto le due sezioni.
Se invece si utilizzano scarpette isolanti, solo rotabili che abbiano prese di corrente su più ruote dello stesso lato metteranno in contatto le due sezioni.
Quindi, nel primo caso, il loop deve veramente contenere il treno più lungo, nel secondo basta che contenga tutti i rotabili con prese di corrente.
In un loop di inversione direzione come quello sopra sarà bene contenere tutto il treno più lungo, obbligatorio poi se i sezionamenti sono quelli in giallo, non per questione elettrica ma fisica (la testa del treno impegnerebbe lo scambio al ritorno quando la coda è ancora sullo scambio).
Un loop come quello sotto (una scorciatoia che inverte direzione), potrebbe invece essere molto corto e quindi essere percorso solo da loco con carri.
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Questo è un loop-non-loop a seconda che gli scambi siano o no in deviata.
I colori verde e azzurro rappresentano due fasci separati di binari di una stazione.
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In analogico conviene mantenere positivo a destra su entrambi i fasci di binari e sezionare tra gli scambi.
In questo modo non c'è bisogno di inversione polarità finchè gli scambi sono dritti e la rotazione manopola è sempre oraria per marcia treno in avanti.
Quando si pongono gli scambi in deviata, occorre invertire la polarità del binario esterno in alto prima di uscire, mentre la polarità della stazione è già corretta.
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In digitale invece si userà la stessa fase per tutti i binari, dentro e fuori stazione, con un modulo di inversione tra i fasci di binari.
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In questo modo si possono collegare tra loro in qualsiasi punto i due fasci.
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Però il loop deve poter contenere il treno più lungo.
Se non lo contiene si può includere un fascio di binari nel loop, ma in questo modo non è più possibile collegare i fasci tra loro, perché l'indeterminatezza della fase all'interno del loop potrebbe portare a cortocicuito.
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Si porebbero includere entrambi i fasci all'interno del loop, mantenendo la possibilità di collegarli tra loro, ma si perderebbe la possibilità di entrata e uscita contemporanea dalla stazione.
Infatti supponiamo che un treno sia entrato dal binario alto, avrà settato la fase come indicato dai pallini marroni.
Un altro treno potrebbe entrare senza che il modulo inverta, ma se un treno deve uscire deve per forza invertire, e nel caso di entrata da binario alto e uscita su binario basso contemporanee...
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Insomma, i loop non sempre sono evidenti, e poi facilmente gestibili, in un tracciato complesso.
Per questo non ritengo sia una buona idea partire con la realizzazione del plastico senza un progetto, non solo del layout dei binari, ma anche di sezionamenti ed alimentazioni.
E attenzione alle "piccole" aggiunte o modifiche: ad esempio se aggiungiamo il raccordo in figura Loop10, pensando di poter far passare tutti i treni, potremmo rimanere delusi.
Occorre sempre considerare tutto il progetto, sia inizialmente (non per singole parti) sia ad ogni modifica.
OT non si avranno 114 morti, per una "piccola" modifica in fase realizzativa rispetto al progetto, come in
https://en.wikipedia.org/wiki/Hyatt_Reg ... y_collapse, ma qualche problema magari sì