La criticità risiede nelle caratteristiche meccaniche del materiale e degli spessori minimi per avere lavorabilità e resistenza. Il variare degli spessori in funzione della forma, crea zone critiche (p.es. finestrini-tetto) che rendono il pezzo facilmente soggetto a rottura. Probabilmente è un fenomeno legato a un materiale che varia in maniera decisa le sue caratteristiche di elasticità in funzione dello spessore e dei vuoti/pieni. Se a questo si aggiungono i possibili difetti di polimerizzazione dovuti a particolari forme che finiscono col limitare l'azione degli UV le perplessità aumentano. La definizione, invece, mi sembra già oggi, accettabile - Francesco

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festina lente

se parli di uno specifico modello ok, io rispondevo al tuo discorso stampa 3D "pionieristica". Materiali e tecniche sono parecchi, la stampa 3D, in sé, è avanzata, chiaro che però i risultati dipendono dai materiali e dalle tecniche che è possibile usare.

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se parli di uno specifico modello ok, io rispondevo al tuo discorso stampa 3D "pionieristica". Materiali e tecniche sono parecchi, la stampa 3D, in sé, è avanzata, chiaro che però i risultati dipendono dai materiali e dalle tecniche che è possibile usare.[/quote]

Giovanni, per favore, prima di rispondere leggi gli interventi. In quello che ha generato il mio ultimo, io parlo esplicitamente di
"pioneristico" riferendolo a un particolare settore (il nostro) e non alla tecnica della stampa 3D in generale sulla quale non ho cognizioni sufficienti per discutere. - Francesco

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festina lente

e anche io parlo del nostro, le cose si possono fare, le tecniche e i materiali esistono, ti sto dicendo che più si risparmia su materiali e procedimenti, più crescono le criticità.

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Non mi ricordo dove l'avevo letto ma lo richiedo qui.
Come vanno lavate le casse per togliere quelle macchie lucide che spesso ci sono?

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Quando ti dicono che sei cambiato vogliono solo dire
che non sei più come fa comodo a loro!

S. Matreel

Io le lavo con un po' di sapone di piatti e poi nello Chante clair.

Ma mentre sulle casse nere (BHDA) la vernice puravest mi aderisce bene senza primer pur senza riuscire a nascondere le righine, sulle casse traslucide (FUD e FED) non aderisce bene; sono saltate delle piccole scaglie e non sono soddisfatto del risultato.

Ma credo che occorrerà azzeccare un primer adatto. Qualcuno ha trovato soluzioni valide?

Carlo,
io lavo tutto con acqua e sapone da piatti ed uno spazzolino da denti morbidissimo (uno di quelli che si trovano negli alberghi).

Paolo,
il FUD e FED sono un bel problema per la verniciatura (sia a nitro, che ad acquaragia che ad acqua) l'unica cosa che funziona è lo stucco spray TAMIYA.
vedi esempi.

Si nota la granulosità dell'acrilato e le lineature. Inoltre la vernice non si distribuisce bene.
Invece già con una singola passata di stucco spray

La granulosità è molto diminuita e ora si riesce a dipingere con tutto.
Con una verniciatura densa tutto dovrebbe apparire abbastanza liscio, senza perdere le nervature.
Ciao
G.

Scusa Gianfranco, ma lo stucco cui fai riferimento è il primer bianco/grigio? In caso si tratti di altro prodotto, puoi darmi il riferimento? Grazie - Francesco

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festina lente

Esatto Francesco, il prodotto che utilizza è il primer Tamiya grigio fine. Esiste anche il bianco, ma non so che differenze abbia.

Si come detto da te e Matteo il prodotto è

Ciao
G.

Bene, grazie!!

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S. Matreel

scusate ma si trovano due codici TAMIYA ART. 87064 o 87042 quale è quello giusto ?

Due tipi di ruvidezza per l' aggrappaggio dei colori.
Ma trovi sempre quasi quello bianco più fine e maggiormente autolivellante.
Non mi ricordo il numero corrispondente per le bombole grigio più grossolano

Tanto per cambiare solita sintonia storica fra Piemonte e Sicilia. Da noi si trova, salvo ordine specifico, sempre o quasi il grigio.
Francesco

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festina lente

C'è qualcuno che ha disponibili le decals per i diesel di Gianfranco?

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S. Matreel