tra un treno e l'altro ho ripreso la mia vecchia "villotta" nata in N, ma con alcuni aggiornamenti.
Maschere di verniciatura, per ora fatte a mano, e quindi ho tenuto minima la variazione di colore per assorbire gli "sbavi". Prossimamente farò anche il loro negativo-maschera, di metallo in parallelo alla fotoincisione.
Poi, anche se qui ancora non è omogeneizzato il tutto col trasparente, inserimenti di decori a stampa. Anche questi fatti manuali usando textures generiche che mi ero fatto per altri scopi.
Il tetto in rame, invece, molto laborioso nella fotoincisione in N, per la Z sarà comodamente in stampa 3D con terrazza e balaustrini cemento.
Vagamente ispirato alla foto sotto.
Le pareti qui mancano dei plastri angolari in plasticard che coprono le giunte, e ovviamente dei pluviali che sono già in "magazzino" in stampa 3D.
Sto pensando di dedicare un po' di tempo di nuovo ai fabbricati... carri e loco in Z snervano, ho bisogno di intervallare ogni tanto, ma spero "tirino", la stazioncina Fermata ha tirato soprattutto in germania ... fabbricati e accessori guarderanno quindi all'Italia del nord (NON baite e roba simile, ma 800 classico), assimilabili anche in "mitteleuropa" .

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weathering pronto,
ma la strada è ancora lunga: soffitta, tetto, terrazzo, balaustra, vetri, tende, illuminazione, marciapiede, pluviali e grondaie.
però stasera metto i citofoni di ottone

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citofono installato! placca vero ottone
(per decenza non ci ho scritto citofonare Giusy)

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Adesso nella calma della notte pensiamo ai marciapiedi. Di sotto è riportato in spessore il posto per il lembo di base della carta nera interna che controllerà l'illuminazione

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Il mio D356 è praticamente finito, ma volevo qualcosa di più per l'ultimo step. I vetri.
Solo che la resina trasparente in stampa 3D non è del tutto trasparente, e non è certo bella liscia e lucida.
Ho ripreso quindi un concetto che ho già utilizzato per colare e livellare ben secchi e precisi i tronchi di un carico.
Ossia. Stampo in 3D per colata. Taglio secco dell'eccedenza per livellare il tutto con precisione.
Ora ho pronti i due file.
Il primo è lo stampo, nel quale colare una resina trasparente e gommosa, quindi con una certa proprietà di adattamento.
Ma ho curato che i blocchetti di vetro sporgano parecchio dal filo della cassa.
E qui, dopo aver colato, interverrò con il secondo 3D, la dima di taglio.
Dovrò inserire l'insieme bello che stampato, farlo sporgere al massimo, e poi tagliare a raso usando il 3D come dima di taglio.
Non so se son riuscito a spiegarmi.
Ma così i finestrini, affettati, dovrebbero riuscire bene a filo (controllato dalla dima, si vedono le quote diverse) e ben lucidi per via che la superficie in vista non è stampata ma tagliata.
Attenzione che i 3D comprendono ciascuno, per semplicità di lavorazione, sia la fiancata che i finestrini di testa.
Speriamo siano precisi come misure, sono abbastanza impazzito tra positivi e negativi partendo dall' STL del prototipo.
Come tecnica dovrebbe funzionare, avendola già sperimentata.
Per la precisione vedremo, sarebbe miracoloso centrare l'obbiettivo al primo colpo...
Vedrò solo al momento del montaggio se dovrò correggere stampi o dime.
Le immagini sono nel senso di lavorazione, quindi la prima (per la colata) guarda dall'interno della macchina, la seconda (di taglio) dal di fuori.

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Una foto presa su FB che non c'entra nulla, né con lo sviluppo dei miei modelli, né con la Z perché siamo in 1/150 , la scala N giapponese.
La metto qui per non tornare su polemiche già viste in topic sul "realismo", ma per rimarcare che LA CURA DELLO SPESSORE è fondamentale, e secondo me va prima capita e poi perseguita al massimo.
Si può essere bravi, apprendisti, capaci di manualità, ma tutto questo è difficile da apprendere e coltivare, invece esaminare gli spessori effettivi è una cosa abbordabile, basta rendersene conto, che la componente "spessore" è fondamentale per la riduzione in scala dei modelli. Poi si può rinunciare o meno a certi dettagli, se non si è in grado di ridurli alle loro vere proporzioni, ma io insisto perché in troppe realizzazioni (tipico il caso dei mattonati, dei pali, dello spessore dei muri, dei fusti degli alberi, etc etc) vedo un approccio che fin dall'inizio pregiudica la qualità di realizzazioni altrimenti ben fatte su ideazione, colori, etc etc...

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Finalmente ho finita l'impostazione dei tetti in rame delle "villotte" visibili più sopra, materiale che farò preparare insieme agli stampi dei vetri del D356, per risparmiare troppi movimenti in epoca Covid.
In effetti dovrei aggiornare il mio CAD che essendo datato non dispone di operatori booleani, che non mi servono mai, ma la cui assenza in questo caso mi hanno reso davvero complicato ricavare geometricamente le intersezioni col muro di spigolo.
Ora però sarà facile aprire in squadra una terrazza centrale e metterci il parapetto classico di cui già dispongo, qualche camino, e qualche vaso di decoro.
Poi uscita terrazzo e qualche complicanza per le finestre laterali della mansarda, che voglio fare incastonate a botte è un po' faranno tribolare.
Cmq tiro a un risultato compatibile sia con l'Italia che con i paesi europei

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Ultimato il blocco base. Intendiamoci, ispirato, non copiato.
Ora lo metto da parte perché è una base "pulita", riutilizzabile, e invece aggiungo terrazza frontale intagliata, balaustra, camini, e una sola grande porta finestra da mansarda sul terrazzo. Le aperture laterali che avevo inzialmente previste le ho eliminate, date le modeste dimensioni mi sembrano eccessive.

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notte alta sulla Z
domani i camini, poi si stampa

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Partita per la stampa la versione definitiva della mansarda in Z.
L'ho fatta per alcuni edifici in fotoincisione, ma la farò anche per l'edificio "madre" che era in scala N, il cui tetto è effettivamente molto laborioso da montare.
I futuri corpi di fabbrica non saranno più in fotoincisione, ma anch'essi in stampa 3D.
In ogni caso questo è un po' l'avvio di una serie di edifici classico-eclettici su cui voglio lavorare, perché mi pare siano adatti a plastici oltre che italiani, genericamente centroeuropei.
Palazzi compresi.
Il tutto mentre beninteso continuo lavorare sui treni, ma è ogni tanto rilassante perché sono meno complessi, ovviamente, senza telai e motorizzazioni. Sempre nella speranza che nascano in Z macchine italiane "pronte su strada" che abbiano diffusione. In Z l'autocostruzione è molto più difficile e secondo me non può portare individualmente a risultati di finitura commerciale.
Le mie due macchine in lavorazione (una ormai quasi pronta) non faranno certo testo, nel complesso son laboriosissime da preparare, verniciare soprattutto, e marcare.
Per gli edifici invece ho notato una certa risposta in europa, coi semplici kit, e quindi il discorso è molto più agevole.

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Intanto che aspetto per lunedì/martedì mansarda e dime per vetri D356 (ultimo step della loco), metto sotto un progettino che mi è indispensabile personalmente, per andare avanti nel mio "plastico grande" (per modo di dire rispetto alla media del forum , cioé il mio è piccolo) che, oltre che a essere a doppio scartamento è pure a "doppia scala" . Z sullo sfondo in montagna e N in primo piano sulla costa liguri.
Avendo già il design delle persiane già riuscite tempo fa in modo abbastanza soddisfacente anche se a bassa risoluzione (layer mm. 0.05 vedi foto) non penso mi sarà difficile ora che l'alta risoluzione (layer mm. 0.025) funge bene.
Le "cabine" saranno realizzate in coppia (come al vero, vedi foto sui giunti dei montanti accostati che reggono il tetto ondulato) con due porte ciascuna, quindi, e tassellate come nella foto stazioncina Z, per facilitare la doppia colorazione.
La foto d'epoca è la mia "fratellanza e sorellanza" negli anni 70 io non c'ero perché ero a militare .
Quindi concludendo, saranno in scala N, il mare, in scala Z non è previsto mai nei miei progetti
Cmq son contento perché pian piano tiro i fili e metto a frutto ogni esperimento o layout di progetto già portato avanti in ordine apparentemente sparso.

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ecco qua il tassello dell'anta pronto.
Non ho neanche dovuto ridurre di molto il numero delle stecche della persiana, essendo in N e non in Z sono sufficientemente grandi per essere rappresentate.
Il movimento a fisarmonica non è reale, le stecche dovrebbero andare tutte in un unico senso. Ma per il 3D va bene così.
Le griglie già fatte mi hanno dimostrato che l'effetto è il medesimo, invece, se le inclinassi maggiormente verrebbero troppo serrate, lo scalfo sarebbe minimo, e la resa di stampa non buona.
Ora tocca alla cabina vera e propria.. so già che il gioco per l'incastro deve essere di un decimo per superficie.
Agio adatto sia alla verniciatura che al successivo montaggio.
Saranno incassate parecchio in luce, fino a far battere le cerniere.
Mi illuderò di avere già la stampa 3D a colori ... ma le vernicio separatamente a bomboletta

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Copia fedele cabine modulari a Ospedaletti Ligure.
Praticamente finite, la seconda porta sarà speculare... mi tocca usare il visualizzatore win per presentarle, meshlab in questa versione ha le ombre bugate e spero risolvano con il prossimo rilascio del programma.
La pittura sarà facile... spero
Tetto anche se monocorpo con box, box, porte... 3 soli colori.
Spero mi vengano anche in Z.
Le ridurrò proporzionalmente solo un tantino... ma un po' le abbasserò anche.
Se scalassi semplicemente il tutto mi sa che il dettaglio in Z non esca bene.

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la versione Z definitiva. Più piccole della N, quindi saranno 4 unite. Oggi in stampa. Riduzione automatica ma anche manuale per enfatizzare gli scalfi ridotti.

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.......... e la N

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