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MessaggioInviato: 04/09/2016, 1:43 
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Vabbé l'ho messo in altre scale perché almeno non va in competizione con nessuno :D
ma magari spiega perché alcuni stanno lontani da Facebook :mrgreen:

https://www.facebook.com/shunichi.matsuba/media_set?set=a.516567508395450.134321.100001266152016

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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
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Semplicemente allucinante :o :o :o ed incredibile almeno per me, sarei curioso di vederlo all'opera :shock: :shock: :shock:

Giancarlo

Tutto passa e niente resta com'è, nemmeno i bei ricordi.
Alla fine il tempo trionfa su tutti.


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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
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purtroppo non spiega nulla, e le reti di recinzione? incredibili, non si capisce la provenienza del materiale base.
Comunque in assoluto il top è l'annaffiatoio, come diavolo lo ha fatto ? :lol:
certo che si inventa procedimenti suoi.. guarda come ha fatto i bidoni, mostra lo strumento a corda per curvare il lamierino ...
una persona "normale" :? avrebbe preso un tubetto .. ma poi ovviamente veniva di lamiera spessa tipo scala HO ahahah e lui se lo è fatto da zero.. bestiale :lol:

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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
MessaggioInviato: 04/09/2016, 13:31 
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per chi non ha facebook ... qui dice che sta rifacendo un suo scarso lavoro .... :lol:


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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
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In Giappone sono auto costruttori incredibili, molto deriva dal modellismo canonico o fantasy.
Ho visto fare piattaforme girevoli manuali con meccanismi derivati da frullini,mulinelli e quant'altro di ingranaggi meccanici per non dire la vegetazione sia in N che Z.
Un filone molto fertile sono le ferrovie industriali nei vari scartamenti o tramvie compressi in spazi minuscoli :o


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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
MessaggioInviato: 19/09/2016, 13:07 
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Riprendo da qui il discorso sulla "qualità" delle ambientazioni.
Discorso che avevo per parte mia sospeso sull'altro topic sul "dove potrebbe andare la N", diventato purtroppo un mare di polemiche.
Ecco, dopo avervi mostrato una "enne" giapponese di altissimo livello, posto qui, proprio perché in "altre scale", altre realizzazioni eccezionali in cui mi sono imbattuto (quelle di Nofrost" non le cito neanche più).
In attesa di vedere arrivare qualche segnalazione anche sulla N.
In questo topic sto facendo un po' un salto all'indietro... nell'altro topic in sostanza era emersa, e anche un po' piccata, la risposta "noi si fa quel che ci piace e lo si fa nel modo che ci fa contenti"...
Questo è quello che piace agli accazeristi ... io resto in attesa di vederlo realizzato anche in N.
Poi, seguendo il discorso che mi preme, cioè fino a che punto e/o si possa o no, (se sia tecnicamente fattibile) visto che dai più come domanda non è stata recepita, e anzi, respinta sdegnosamente facendone una questione di gusti personali, quando e se mi capita qualcosa di notevole anche nella nostra scala lo posterò qui ... come ho fatto all'inizio del topic.
https://www.facebook.com/Diorami-e-fabb ... 564877281/

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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
MessaggioInviato: 19/09/2016, 20:19 
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Giovanni, il "tecnicamente possibile" in realtà non ha quasi limiti, dipende molto dalla manualità (e pazienza.... o pazzia ...) personale. E' un po' difficile dire fino a che punto si può spingere il particolare nella scala N, come in tutte le branche del modellismo, in quanto il limite più che strutturale e tecnico è proprio... di mano...
dire "noi si fa quel che ci piace e lo si fa nel modo che ci fa contenti" non si riferisce solo alla N e a noi, ma a tutti... che poi a qualcuno piaccia spingersi più avanti di altri e si accontenti meno di altri delle approssimazioni questo è un altro paio di maniche....

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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
MessaggioInviato: 19/09/2016, 21:23 
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Il lavoretto in Z che sto facendo.
Per ora ho finito il rilevato della galleria, tra un po passo a dipingere le case


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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
MessaggioInviato: 19/09/2016, 22:27 
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Giacomo Spinelli ha scritto:
Giovanni, il "tecnicamente possibile" in realtà non ha quasi limiti, dipende molto dalla manualità (e pazienza.... o pazzia ...) personale. E' un po' difficile dire fino a che punto si può spingere il particolare nella scala N, come in tutte le branche del modellismo, in quanto il limite più che strutturale e tecnico è proprio... di mano...
dire "noi si fa quel che ci piace e lo si fa nel modo che ci fa contenti" non si riferisce solo alla N e a noi, ma a tutti... che poi a qualcuno piaccia spingersi più avanti di altri e si accontenti meno di altri delle approssimazioni questo è un altro paio di maniche....

Dal punto di vista "filosofico" ti do ragione, su quello pratico no.. anche perché certi requisiti minimi di verosimiglianza occorrono per fare poi il grande salto che genera l'atmosfera che vedi qui, in 1/150, e in HO.
Quindi c'è un doppio livello di difficoltà, viceversa io mi sento autorizzato a non concepire il "tanto mi piace", ma, senza polemica, come i più disdegnano un 626 tibidabo, ma che "a me" piace. Ma non è considerato modello degno di nota (infatti a me anche, piace, ma giusto come "vintage").
Comunque non vorrei riaprire la polemica ma stare a ciò che di meglio trovo in giro, per cercare di decodificare un linguaggio, ovvero stare lontano dall'impossibile, e cercare di raggiungere ciò che si potrebbe fare.
Bello Roberto che si butta sullo Z, cercar di andare anche "oltre" potrebbe essere un metodo anche per guardare la N con occhi più maturi e consapevoli ...
PS. La zeta mi tenta.. ma ho fatto un conto di ciò che dovrei acquistare per italianizzarlo e ho detto " no, no, non mi piace più :lol: "

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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
MessaggioInviato: 20/09/2016, 1:25 
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Ciao Giovanni.
Leggendo questo post dove citi il Sig. SHUNICI mi hai fatto collegare il grande lavoro che i Giapponesi fanno sui miniplastici in Z,N e HOe un vero proprio filone con tanto di concorsi.
Appunto ammirando i loro lavori mi sono appassionato alla scala Z dove posso unire le mie passioni modellistiche quella per lo statico e quella fermodellistica.
Posso creare dei miniplastici dove posso curarli come i miei diorami militari grazie alle loro ridotte dimensioni, questo lavoro di un plastico in valigetta mi serve come studio per capire le varie difficoltà luci, colori, dimensioni in 1:220 per i vari oggetti da inserire sul plastico.
Anche il funzionamento dei rotabili e il loro cablaggio, o il comportamento sul tracciato.
Sono abbastanza soddisfatto dei lavori su questo primo progetto, una specie di palestra per affinare le tecniche.
L' iperrealismo che proponi per i plastici ferroviari come avviene nel modellismo statico e si fattibile ( esistono molti esempi in rete) ma bisogna valutare attentamente i progetti, un conto sono pochi cm quadrati di un diorama medio su cui si lavora solitamente un altro sono i m quadri che si trovano su un plastico ferroviario.
Infatti plastici estesi molto artistici sono fatte da associazioni, mentre il singolo fermodellista si dedica al mini plastico o a un plastico rappresentante una linea secondaria in alcuni casi moduli statici.
Personalmente sono un estimatore del iper dettaglio estetico sui nostri plastici ma sono anche consapevole dei lati negativi quali tempo e costi per fare alcune lavorazioni tra colori,pennelli aerografi e quant' altro diventa notevolmente costosetto.
Poi non e da tutti avere una vena artistica in grado di poter raggiungere risultati apprezzabili , per padroneggiare alcune tecniche ci vogliono anni di ore lavorative.
Certamente a piccoli passi si potrà fare come nel modellismo statico dove si è raggiunto un notevole rilievo qualitativo/artistico, ma per incentivare questo filone occorrerà fare mostre a concorso per vincere la ritrosia dei fermodellisti che amano solo loco intonse in modo da creare un apprezzamento sui modelli invecchiati.
C'è da dire che ultimamente plastici molto curati stanno prendendo sempre più piede un po grazie ai plastici modulari presenti nelle varie manifestazioni e anche al web che permette di vedere altre realtà


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 Oggetto del messaggio: Re: 1/150
MessaggioInviato: 20/09/2016, 2:29 
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Tutto giusto ciò che dici, ci vuole moltissimo tempo. Ma perché? Perché bisogna cominciare ogni volta dall'invenzione della ruota.
Tu pensa se nella realizzazione dei rotabili non esistessero modelli commerciali da elaborare, né tanto meno lastrine e fusioni.
Ognuno che fa qualcosa dovrebbe cominciare da capo.
Questo è quello che succede nei plastici, e le conseguenze in ordine all'impegno le hai ben descritte tu, un impiego di tempo smisurato per costruire pochi centimetri quadrati di ambiente.
Questo è il motivo per cui mi sto dedicando allo studio delle lastrine in spessore, e ora inizio a esplorare la stampa.
Non parliamo del tempo che passa.. dovrò iniziare la villotta vers. 5, ho le pavimentazioni sbozzate, e i muri ancora più indietro, ma è un percorso che ho in mente.
Comunque questo è solo la prima parte del problema, disporre di un po' di pezzi di livello anche fuori dall'ambito rotabili o manufatti prettamente ferroviari, che invece esistono.
Poi viene davvero il problema "atmosferico". Sia in senso fisico che artistico. Trattamenti e colori. C'è tutto da fare insomma....

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