Mario, magari pensavi che avessi lanciato il sasso e nascosto la mano
E' che non leggo tutti i giorni perchè, ahimè, sono alle prese con il paesaggio.
Per alcuni commenti dovrei allegare immagini e inoltre un paio di amici ASN mi avevano invitato a pubblicare qualche immagine del mio plastico.
Avevo iniziato un mio album personale di foto e commenti, che poi un negoziante mi ha chiesto di trasformare in qualcosa di più didattico ad uso di chi avesse voluto iniziare a costruire un plastico.
Quindi, dato che non ho tempo per estrarre le immagini, pubblico tutto e faccio riferimento a questo.
Commento qualche post e alla fine provo a dire la mia.
Francesco Falcone ha scritto:
Ora leggo che la centrale digitale migliore ha al massimo 2 manopole e quindi massimo 2 locomotive in contemporanea
Con ESU EcosII puoi gestire fino a 10 loco (pag.94). Predisponi 5 loco per manopola e decidi con un tocco veloce quale comandare al momento.
Ma dubito che un umano possa comandarne più di 3/4 contemporaneamente.
ivan armanelli ha scritto:
si crea un bel pannello sinottico e da li gestisce tutto
L'avevo fatto 25 anni fa. Ore e ore di lavoro. In digitale crei un pannello virtuale in 1/100 del tempo e modifichi quando vuoi. (pag 95-96)
Pierluigi Fasolin ha scritto:
Non mi piace, comunque, l'uso esasperato dove occorre un PC affiancato alla centrale e in pratica si gioca col computer invece che con i treni e si finisce per essere spettatori che dopo 5 minuti si stancano di guardare
Si vedano mie considerazioni in fondo.
massimo benini ha scritto:
Io non ho ancora un plastico, ma sto già iniziando a digitalizzare alcune loco.
Quello che farei è prevedere entrambe le soluzioni, ovvero rendere possibile almeno in una parte del tracciato la circolazione delle motrici tradizionali.
Potrebbe essere una buona soluzione per chi ha molte loco analogiche e non vuole affrontare subito la spesa di digitalizzazione per tutte.
Riguardo alla difficoltà di digitalizzare, effettivamente alcuni modelli sono veramente complessi e quindi forse sarebbe bene rivolgersi a qualcuno (negozio) esperto.
Giovanni Seregni ha scritto:
Per la serie "basta attaccare 2 fili" ....
Il proprietario del plastico digitalizzato capì e contento pagò la parcella.
Se mettiamo mia moglie a trovare un problema anche su un ovale in analogico, deve chiamare il tecnico da 1000 €...
Per di più Ford (Henri) diceva: tutto quello che non c'è non si può rompere. Quindi la soluzione migliore sarebbe non avere niente...
Giuro, poi tutti siete liberi di non credere, di non avere avuto nessun problema dovuto al digitale sul mio plastico.
Ne ho avuto uno elettrico (filo non serrato nel morsetto, e quindi toccava quando voleva...) che avrei avuto tal quale anche in analogico, e uno con il software di gestione, ma questa è tutta un'altra storia.
Vittorio Peruzzi ha scritto:
Con il nuovo plastico in costruzione sono passato al digitale. Certo se, con il trasferimento da Milano a Tarquinia, non avessi alienato il precedente plastico analogico probabilmente anch'io sarei stato restio a trasformarlo in digitale con tutti gli oneri e i costi che questo avrebbe comportato.
Confrontando i due sistemi in un ambito non automatizzato, ma semplicemente di gestione diretta di locomotori,deviatori e segnali, a mio avviso, la superiorità del digitale si fonda sulla possibilità di gestire contemporaneamente, sullo stesso circuito, senza alcun sezionamento, innumerevoli locomotori. Inoltre, acquistando una centrale digitale dotata di schermo touch-screen, si ha a disposizione il quadro sinottico con comando diretto di deviatori, segnali e quant'altro al semplice tocco. Alla fine, quindi, è tutto molto più semplice ed immediato sia in termini di impiantistica che di gestione.
Completamente d'accordo. Probabilmente è quello che avrei fatto anch'io se avessi avuto ancora l'analogico
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scortee anche le mie considerazioni successive faranno a gara con la Divina Commedia per lunghezza, spero non per difficoltà di comprensione
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Dico quel che penso, lungi dal dare consigli. Solo informazioni.
Comincerei dalla "leggenda" dei due fili.
Quanti fili servono per l'analogico: 2!
Eh, ma se devo muovere una loco tenendone ferma un'altra?
Haaa, ma allora vuoi qualcosa in più...
Allora sezioni, e magari metti un blocco automatico (=automatismo, che molti rinnegano, ma anche questo o una matrice di diodi sono automatismi)
In digitale bastano 2 fili?
Sì, fino a quando non vuoi introdurre altri automatismi.
Si veda il post
viewtopic.php?f=48&t=8395#p128414mauro porcelli ha scritto:
Ma come...?
Il digitale non era quello "attacchi due fili e via, niente sezionamenti, niente interruttori e via dicendo"
Infatti bastano due fili: come in analogico, quando il treno è all'interno del loop si inverte la polarità con un invertitore o un deviatore a doppio scambio e non c'è bisogno d'altro. Non serve nemmeno fermare la loco come in analogico. Certo se vuoi automatizzare devi aggiungere qualcosa. Perché le aggiunte in analogico non contano e contano invece in digitale?
25 anni fa avevo costruito un plastico in analogico con una gestione automatica di ingresso/uscita stazione basata su timer NE556.
Allora mi ero divertito. Adesso mi diverto di più a cambiare un contatore e pensare a cose più evolute.
Se uno ha decine e decine di loco analogiche il costo per digitalizzarle è notevole.
In più una centrale evoluta costa varie centinaia di euro. Si può risparmiare con centrali più vecchie e con meno funzioni, e soprattutto più difficili da usare.
Se poi si vogliono digitalizzare anche i comandi di accessori elettrici, parliamo di varie migliaia di euro.
Se uno non ha dimestichezza con queste "diavolerie" elettroniche o voglia di studiare, è meglio che non inizi nemmeno.
Certo può farsi programmare l'indirizzo del doceder dal negoziante (quanti lo fanno...) ma poi al minimo problema (ad esempio indirizzo doppio per errore, centrale che chiede se dare un nuovo indirizzo, non si capisce nemmeno la domanda, si risponde SI, come spesso accade anche sui PC, e la loco non si muove più...) da dove si inizia? Dal tecnico da 1000 €.
Non c'è assolutamente da discutere: il digitale fornisce molte più funzioni.
Luci accese anche da fermo, non solo sulle loco ma anche sulle carrozze, accelerazioni e decelerazioni realistiche (in analogico usavo condensatori per non bloccare di colpo il treno, ma la ripartenza era a razzo, adesso ho loco che vanno a meno di 1 km/h in scala, non serve in sé, ma quando si rallenta si va morbidamente fino a zero). Gli iperrealisti cosa dicono di loco che si fermano di colpo e spengono tutto?
Loco che per uguale velocità impostata hanno uguale velocità reale (in analogico a pari manopola le loco hanno velocità differenti).
Non c'è bisogno di fermare le loco nei loop. Suoni. Doppie trazioni. Ecc. ecc.
Ma tutto questo non viene gratis. Bisogna programmare i decoder e/o la centrale.
Non è biasimevole decantare la semplicità dell'analogico, è biasimevole accusare il digitale di problemi che non ha.
Per divertimento ho scritto decine di programmi in vari linguaggi (Fortan, VisualBasic,..) e la verità è che il programma, si legga decoder o centrale, fa esattamente quel che gli si dice.
Se non si sa bene quel che si vuole, e accade molto più spesso di quanto si pensi, o lo si dice in modo sbagliato, il decoder o centrale eseguirà fedelmente gli ordini... sbagliati.
E quasi nessuno cerca prima il proprio errore, cerca il tecnico da 1000 €, che per di più avrà un bel daffare a trovare la soluzione in qualcosa che vede per la prima volta.
Il miglior solutore di un problema è chi l'ha generato!
Software di gestione
Ho letto le specifiche di tutti, provato Rocrail, usato WinDigipet.
Non sto ad elencare le possibilità, si vedano pag. 99-128
Potrei dire che il software di gestione aggiunge ancora più di quello che aggiunge il digitale all'analogico. Nel bene e nel male.
Costi: occorre digitalizzare tutti gli accessori elettrici, che senza software di gestione possono invece essere comandati manualmente da sinottico analogico.
Il costo del programma potrebbe non essere un problema: come al solito poche funzioni = poco costo.
Anche la programmazione non richiede conoscenze di "linguaggi": si definiscono interattivamente itinerari base, li si usano per assemblare percorsi complessi, eventualmente si personalizza il comportamento di tutte o di qualche loco per certi itinerari. E fin qui le loco vanno guidate o in manuale, avendo "prenotato" il percorso (il che toglie errori umani di selezione percorso), oppure in modo più automatico dicendo di andare "da ...a".
Quindi le operazioni sono ancora gestite manualmente.
Oppure si può programmare una tabella oraria (settimanale, con fattore di riduzione del tempo programmabile), o un funzionamento casuale, e il programma gestirà tutto automaticamente. Naturalmente si possono sempre escludere treni dall'automatismo e guidarli manualmente nel traffico automatico.
Diffido chiunque dal provare se non è un noioso pignoletto, come me
. (pag. 129-139)
Se ho dato giudizi "meglio/peggio" chiedo fin d'ora perdono e modificherò immediatamente il post nella parte che mi segnalerete.
Ritengo che ognuno debba scegliere per sé e non in base a consigli "precotti" di altri.
Riguardo alle informazioni, ho studiato un paio di mesi prima di scegliere analogico/digitale, un paio di mesi a progettare il plastico con SCARM, 6 mesi a realizzarlo, altrettanti a programmare loco e illuminare carrozze (un centinaio), e anche di più a programmare WinDigipet (e mi vengono ancora nuove voglie...). Adesso è quasi un anno che tento maldestramente di dare un "vestito" al tutto
Ammiro voi paesaggisti, come mi piacciono i quadri dei vedutisti o di Kandinsky, ma il solo pensiero di prendere in mano un pennello mi fa star male.
Come mi divertivo a stendere binari, tirare fili e programmare WinDigipet. E guardare i treni girare.