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MessaggioInviato: 01/11/2021, 8:54 
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Vittorio Vegetti ha scritto:
Bene, se l'alimentatore per l'anello interno regge trazione/scambi, alimenta anche gli scambi dell'anello esterno con quello, e con il Roco la sola trazione dell'anello esterno.


Il Trix alimenta l'anello esterno e tutti gli scambi. Un secondo Roco la sezione interna di manovre.
Il Trix ha sostituito il primo Roco "incriminato".

Se mi dite che il primo Roco, ora rimosso, era troppo debole per alimentare una locomotiva e gli scambi mi fido di voi che siete più competenti. Dico solo che mi sembra davvero davvero debole per non reggere una locomotiva circolante e lo scatto di un solo scambio. Ma d'altra parte, se avete visto il modello, il trafo era effettivamente vecchiotto.


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MessaggioInviato: 01/11/2021, 12:50 
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Ho aperto un nuovo argomento riguardante l'alimentazione bobine viewtopic.php?f=48&t=11362

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Francesco Falcone ha scritto:
Aggiungo inoltre che non è mai una buona cosa utilizzare un trasformatore al limite, ma lasciargli sempre un 30 % di margine, così da non stressarlo, salutoni Francesco
Chi l'ha detto? Hai qualche link che avvalora questa precauzione?
Generalmente i dati nominali per gli apparati elettrici sono dati per funzionamento continuo a 20°C e quindi, stando all'interno delle specifiche, non c'è nessuno "stress".
Se invece superi il nominale allora dipende da quanto lo superi e dal tempo in cui stai oltre (vedi funzionamento interruttori magnetotermici).

Ma, tornando all'argomento inziale, anche volendo utilizzare un fattore di sicurezza e quindi utilizzando meno del nominale, non è che un trafo non fa quel che dovrebbe, è che non si è scelto il trafo adeguato alle proprie esigenze.
Tu fai girare contemporaneamente più loco su un distretto alimentato da un solo trafo, e in alcuni casi alimenti anche i servizi.
Se uno fa girare una sola loco e non alimenta servizi, un trafo da 0,5A in scala N è ampiamente sufficiente.
Nel caso non lo fosse non mi preoccuperei per la salute del trafo, ma piuttosto per la salute del motore della loco che assorbe più di 0,5A: quello sì che è stressato, e anche ammesso che non si fonda, probabilmente deformerà una carrozzeria in plastica (avete mai provato a tenere in mano un motore con collettore sporco che assorbe 0,7-1,0 A ?)

In DCC un buon decoder stacca l'alimentazione al motore se supera un certo limite, in analogico no, finchè il trafo supporta e finchè il motore resiste.
In genere ritengo meglio usare la minima potenza necessaria.
In DCC sulla centrale è bene limitarla e non lasciare il massimo di default.
In DC non significa necessariamente usare un trafo di potenza limitata, ma limitare la potenza erogata alle proprie esigenze (ad esempio con un fusibile, meglio se per ogni sezione di un distretto invece di uno unico).

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Vittorio Vegetti ha scritto:
In DC non significa necessariamente usare un trafo di potenza limitata, ma limitare la potenza erogata alle proprie esigenze (ad esempio con un fusibile, meglio se per ogni sezione di un distretto invece di uno unico).

grazie Vittorio, approfitto come portavoce degli ignoranti, anche se a te sembrerà semplice e scontato.
Ma dammi i valori di quel fusibile, applicato a un sezionamento avrai fatto dei ragionamenti sulla media delle macchine .. non è così banale per me la scelta, tra troppo sensibile ... e all'opposto inutile :)
ps.... anche in analogico mi raccomando ;)

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Detto, fatto
Allegato:
Consumi loco.xlsx [237.62 KiB]
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Il file si basa sui consumi di 60 loco , misurato dal monitor ESU Ecos, con tensione efficace 13,8V
Il consumo da fermo è quello del solo decoder, quello con luci è sempre da fermo e cambia a seconda di LED o incandescenza, quello a Vmax è a 100 km/h.
Immettendo in fondo, nella cella azzurra, il valore di consumo massimo ammesso, leggi a fianco quante loco lo rispettano.
38 (63%) sotto ai 100 mA, 56 (93%) sotto ai 150 mA, tutte meno di 170 mA (e non sono le loco vecchie con lampadine quelle che consumano di più... ;) )
La media è 89,6 mA.
Prevengo subito quelli che dicono "ma il carico?": ininfluente, sempre da misure Ecos. Spiegazione: la loco slitta prima di avere il motore sovraccaricato.
Il consiglio di dimensionare il decoder misurando l'assorbimento a motore bloccato è, a mio parere, una vaccata: non accadrà mai in esercizio normale, e se invece si boccano gli ingranaggi, un buon decoder interviene autoproteggendosi, un decoder senza protezione brucia, ma meglio buttare un decoder che il motore.
Questi i fatti, e il consumo in analogico è uguale, meno il decoder.

Quindi se con un trafo alimenti un plastico (o un distretto) su cui possono viaggiare contemporaneamente 10 loco (quando mai?), il consumo totale sarà 900 mA.
Se hai sezioni sulle quali, presumibilmente, viaggia una loco alla volta, invece della media prendi il valore massimo: 170 mA.
Parti con un fusibile da 200 mA e vedi se hai problemi, al massimo alzi un po' alla volta.
Controprova: pulivo le loco su una "culla" alimentata DC 12V con fusibile 200mA. C'era un po' di carico dovuto allo straccetto sulla ruota, ma bruciavo il fusibile solo in caso di troppa pressione o, più spesso, motore con collettore sporco (quindi è anche un metodo per accorgersi, in analogico, che il motore ha qualcosa che non va).
Se usi un trafo da 1A in analogico, che sicuramente erogherà molto di più fino all'intervento del magnetotermico, se hai un corto o assorbimento eccessivo in un punto, nulla limiterà l'assorbimento.
Non sono le loco ad assorbire, ma i solenoidi (oltre 1A alla commutazione). Per questo è buona norma utilizzare un alimentatore separato per azionarli, così non si provocando cali di tensione sul resto, e se si brucia l'alimentatore (generalmente ben più potente dell'uscita trafo) è da poco prezzo. Ma l'abitudine è di utilizzare l'uscita servizi dei trafo, con gioia dei produttori...

Nota: se si hanno carrozze illuminate naturalmente bisogna tenere conto del loro assorbimento. Le mie assorbono circa 16 mA a regime, però se si usa un condensatore o supercondensatore l'assorbimento iniziale è molto maggiore, oltre 60 mA nel mio caso. Non so se un fusibile ritardato (tipo T) possa superare il transitorio.

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Scusate, ma, come al solito, ho la sensazione si stia partendo per la tangente. Giovanni, come giustamente ipotizzato da Roberto sin dall'inizio, il trasformatore ha, probabilmente, un solo secondario il che significa che la corrente disponibile viene ripartita a monte del raddrizzatore/condensatore e del regolatore. Questo provoca che quando la richiesta di alternata, che deriva direttamente dal trasformatore, aumenta, "ruba" potenza alla continua dato che questa invece, prima di arrivare all'utilizzatore, vede una resistenza. Per quanto concerne poi la contestata affermazione del Falco circa l'utilizzo in percento della potenza disponibile, questa è una prassi costante nell'utilizzo delle sorgenti di potenza, vedi per esempio il concetto di "coppia massima". Per i motori elettrici poi, all'aumentare della corrente variano varie grandezze, prima fra tutte il calore prodotto, calore che incide sulla resistenza, sui consumi e, per i motori in alternata, anche sullo sfasamento tensione/corrente. Nessun progettista serio prevede un utilizzo ai limiti. Normalmente per i mori elettrici non si supera lo 85/90%. In quanto all'uso dei fusibili, già problematico dato che una loco moderna assorbe circa 80mA contro i trecento di una vecchia, assorbimento più che sufficiente ad arrostire un motore che assorbe una sessantina da mA, si dovrebbero usare fusibili rapidi, da cambiare ogni volta che si cambia locomotiva, che potrebbero generare problemi nella gestione dei micro cortocircuiti, o degli sbalzi di tensione che si possono verificare specie con fusibili al disotto dei 100mA. Avete mai fatto caso che durante il giorno la tensione varia di 10/15 V e quindi quella fornita al plastico varia anche di 0,5/0,7 Volt? - Francesco

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grazie Vittorio!
Per Francesco... tutto giusto, ma, se come scrive "sente un ronzio fino a che tiene premuti i pulsanti", ha gli scambi che non staccano automaticamente a fine corsa, e ciò non va mica bene

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Se qualcuno ha provato l'uso di fusibili sul plastico e ha riscontrato problemi non ha che da scriverne.
Io non uso fusibili sul plastico perchè ho 128 sezioni (160 tra poco) e quindi sarebbe un po' complicato rispetto al beneficio (il decoder taglia alimentazione in caso di assorbimento motore alto, la centrale interviene istantaneamente in caso di supero corrente massima, non come un trafo analogico).
Però, come detto, io ho usato un fusibile da 200 mA quando pulivo le loco (adesso le alimento da binario PROG) senza problemi, se non quando sbagliavo io premendo troppo o salvo motore sporco.
Preferirei comunque usare un fusibile da 200-300 mA fornendo una protezione limitata a loco che assorbono 80 mA, piuttosto che non fornirla affatto (anche perchè 300 mA credo li sopporti qualsiasi motore).

Non mischiamo motori e trasformatori.
Concordo sul surdimensionare un motore rispetto all'utilizzo previsto, per assorbire picchi e perchè si tratta di una macchina dinamica, e quindi il surdimensionamento riguarda anche, se non soprattutto, la parte meccanica, non solo a rottura ma anche a fatica (tra parentesi mi piace ricordare che i primi studi su rottura a fatica nacquero in seguito a rotture inspiegabili di assi ferroviari).
Non concordo sul surdimensionare gli alimentatori, perchè si tratta di macchine statiche, dove rotture meccaniche e fatica sono assenti.
Certo un alimentatore va dimensionato calcolando il massimo assorbimento contemporaneo degli utilizzatori, ma non prendendosi poi un altro 30% a protezione dell'alimentatore stesso.
O meglio, uno può fare quel che vuole, ad esempio usare cavi da 2,5 mmq, quando, per la portata, un cavo da 1,5 mmq è già ampiamente surdimensionato (17,5 A intubato) https://www.oppo.it/calcoli/cavi/tabell ... riche.html
Anche dimensionando per caduta di tensione, con un cavo da 0,5 mmq si ha una caduta di tensione, per un assorbimento di 0,5A a 20 m di distanza (40 m di cavo), di 0,68 V, meno della metà del calo di tensione ammesso secondo norma NEM604 (10% della tensione di alimentazione).
Ma siccome nessuno fa i calcoli, vale Melius abundare quam deficere, però poi non si porti questo a supporto della necessità di abbondare.

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