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MessaggioInviato: 11/01/2015, 4:22 
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A parte la tecnica del sottovuoto, che è una cosa diversa, sinceramente questo sistema di modellazione mi pare più adatto all'HO, la nostra scala ha bisogno di una certa precisione nei piani piccoli, parallelismi e squadre, che credo sia difficile ottenere modellando su oggetti minuti e non metallici o plasticard (già più difficile). Poi l'HO consente di coprire facendo un guscio completo e robusto con spessore. Temo che in N questo non sia possibile, e non oserei pensare, nel tempo, senza continuità di "pelle" robusta quali piccoli movimenti possano fare tra loro tutti questi materiali diversi. E' un rischio ... :)

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MessaggioInviato: 11/01/2015, 18:42 
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Concordo con Giovanni che la tecnica della termoformazione ( thermoforming) o sottovuoto (vacuumforming) non sia la più indicata per un modello dinamico come un rotabile.
Primo per l'esiguo spessore delle pareti termoformate che non sopporterebbero pesi o vibrazioni,scarso dettaglio delle superfici,difficoltosa scomposizione del master per lo stampaggio dico ciò per esperienza modellistica avendo montato short kit in vacuuform di aeroplani e riprodotto parti alternative di essi.
Molte volte nella costruzione di questi famigerati kit sono dovuto ricorrere al cannibalismo di altre scatole per recuperare le parti non presenti,altra difficoltà era l'incollaggio visto che si doveva usare la trielina pura per il tipo di plastica usata allora,decisamente meglio utilizzo delle resine per le riproduzioni.
Per poter fare degli stampi sottovuoto bisogna costruirsi una particolare attrezzatura di per se molto semplice a parte due dettagli ma vediamo come farla:
Si parte da una cassetta di legno rettangolare con il fondo chiuso ampia a sufficenza per fare gli stampi diciamo 30 cm per 60 cm alta 30 cm.
Al suo interno collocheremo il motore di un aspirapolvere portatile per fare l'aspirazione del vuoto con lo scarico dell'aria aspirata all'interno.
Fatto ciò viene la parte più impegnativa fare il piano mille fori per l'aspirazione in alluminio con relativa cerniera per la cornice trattieni fogli incernierata alla cassetta.
Dimenticavo tutta la cassetta dovrà essere ben sigillata al suo interno con delle resine per fare tenuta d'aria :oops:
Questa è la macchinetta necessaria per lo stampaggio, al centro si disporrà il master a parte si riscalderà un foglio di acetato o plasticard largo il più possibile per riprodurre l'oggetto,avviamo l'aspirazione chiudiamo la cornice trattieni foglio e grazie il sottovuoto viene riprodotta la forma.
Questa fase deve essere fatta molto velocemente per evitare che il foglio plastico si raffreddi e non sia più malleabile.
Occorrono molte prove prima di farsi la mano questo può essere molto frustante per non parlare della creazione del master che purtroppo è la parte più difficile da farsi,dalla qualità del master si ha una buona o cattiva riproduzione.
Non vi annoio con la descrizione della fabbricazione del master ma se interessa vi farò una descrizione.
Ciao Roby


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MessaggioInviato: 11/01/2015, 19:21 
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in realtà io avevo proposto un metodo molto più semplice ed economico, che consiste nel preparare un master con un materiale malleabile (balsa, listelli di abete, polistirene estruso) e dargli la forma del rotabile che si intende riprodurre (ad esempio, l'automotrice col design più complesso di tutte, l'Aln880), diminuendo le dimensioni di 1mm circa . Fatto ciò si copre il master col domopack, quello trasparente, curandosi di non lasciare bolle e che aderisca bene. Poi si prende un quotidiano, lo taglia a strisce sottili 1 cm circa, e si prepara la miscela acqua-vinavil-goccia di sapone e, molto semplicemente, si stende la miscela sulla sagoma e si posano le strisce di carta, facendo bene attenzione che si impregnino bene. Si procede così fino ad avere uno spessore di circa 1mm. Asciugato il tutto si fanno più passate di stucco spray per carrozzieri, e si lascia asciugare tra una mano e l'altra. poi a lavoro finito si carteggia il tutto. Perchè complicarsi la vita con tecniche industriali e pericolose?
saluti :mrgreen:


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MessaggioInviato: 11/01/2015, 20:01 
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Ciao Matteo,
queste tecniche sono molto artigianali e non pericolose se effettuate correttamente, sono state l'A.B.C dei modellisti per molti anni prima del proliferare dei kit di varie marche, vero che hai suggerito una tecnica più semplice ma nelle discussioni si è accennato ad altri metodi.
Personalmente provengo da un indirizzo tecnico (odontotecnica) dove in laboratorio ho imparato a maneggiare acidi: attrezzature pericolose forni, becchi Bunsen,centrifughe, cannelli ossiacetilenici,trapani con punte e frese assortite ovviamente sotto la direzione di insegnanti,se pensi tutto può essere pericoloso se usato in maniera non consono o senza le opportune guide.
Lo stampaggio sottovuoto in odontotecnica e una prassi normale di lavorazione per la costruzione di alcune corone protesiche effettuata con normali tecniche manuali costituite da pinze aventi delle occhiellature per trattenere dischetti termolabili da passarsi su un becco Bunsen,questa esperienza mi ha permesso di averne una buona conoscenza traslata poi nel modellismo tanto da sconsigliarne l'utilizzo per il fermodellismo della termoformatura.
Addirittura oggi con nuove plastiche basta un semplice asciugacapelli per ammorbidire il foglio plastico o una lampada quindi una relativa pericolosità (prova a dare una tensione errata a un condensatore)
Roby


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MessaggioInviato: 11/01/2015, 21:19 
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Si possono termoformare pezzi molto precisi e anche piccoli, bisogna avere il materiale dello spessore giusto e la forma realizzata di conseguenza. Il "neo" di questa tecnica è che gli spigoli si indeboliscono e tendono a diventare sottili. Normalmente viene utilizzata come tecnica per formare parti non portanti o cumunque poco sollecitate. (capottine di motori di aereomodelli, scocche di automobili RC, ecc). La domanda che mi pongo è piuttosto come riprodurre i dettagli (prese d'aria, finestrini, ecc.) sulla superficie esterna.
Il sitema della cartapesta è all'incirca quello che si fa con la fibra di vetro, sicuramente molto interessante. Come stucco si può utilizzare della segatura finissima mescolata alla colla vinilica (se vogliamo rimanere in ambito economico). Una volta asciutta si lascia carteggiare benissimo e attacca benissimo sul fondo di colla vinilica.
E perché non provare a realizzare la scocca in compensato di betulla sottile, incollando gli spigoli con listelli in modo da poter arrotondare gli angoli? Non prendetemi per matto: sono tecniche che vengono utilizzate in altri ambiti modellistici e potrebbero funzionare anche qui.

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Le mie perplessità erano più che altro per il sistema cartapesta-stucca-ristucca. Non lo vedo molto preciso, e suscettibile di screpolarsi nel tempo, lieto di essere smentito da qualche esempio, nel frattempo non mi sentirei proprio di dedicare ore a un sistema del genere, che poi assolutamente non vedo come si possa adottare se non per le carrozzerie ultime.... o al massimo per parti di una loco carenata :)

PS.. il discorso cambia se con la cartapesta si pensa agli edifici (che poi è reperibile sotto forma del comune plastico DAS) ... sono in attesa di sapere dei prezzi, per decidere se da stampate 3d in stereolitografia sia concepibile realizzare pezzi, oppure mantenerle a livello di stampo appunto per DAS (che avevo già testato col pavé e funziona, a parte il pazzesco ritiro di almeno il 10%)... oppure rinunciare del tutto se chiedono oro...

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Polipropilene o altro, devo approfondire in questi giorni, vorrei iniziare con superfici sbalzate per cui ho già modelli e disegni, perché forse si riescono a contenere i costi. Non so ancora se sia possibile avere i pezzi finiti a un costo accettabile, oppure dover ripiegare sulla realizzazione di stampi da utilizzare poi col DAS. Il dettaglio in DAS viene reso bene, ma parlo di testurizzazioni di lastre, dove i passaggi degli strati trattati a laser sarebbero un numero più limitato che per modelli complessi. Le avevo già provate facendo il master a mano e realizzando il negativo con la resina rosa da dentista. E' tutto un problema di costi, perché i metodi in realtà pare siano due (scartando i soliti makerbot et similia che producono cose rustiche ....) I prossimi giorni se non domani stesso che riprendono il lavoro potrò essere più preciso !

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io userei un master da stampante 3d e buone resine.


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Con le resine per avere un buon risultato occorre un piatto vibrante o una campana aspiratrice per eliminare le bollicine che vengono inglobate durante il mescolamento dei due componenti, non solo per la colata della resina ma anche per la gomma siliconica che la conterrà.
Infatti dopo la colatura della gomma e della resina le bollicine d'aria contenute all'interno tendono a fuoriuscire rovinando la superfice di contatto sia delle pareti dello stampo che della resina,questo si nota negli stampi artigianali eseguiti in modo errato o superficialmente.
Roby


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Ottenere stampi in silicone e colate in resina di buona qualità è relativamente facile anche senza campana a vuoto. La tecnica si chiama colata a filo sottile e permette di ottenere stampi privi di bolle perché le bolle d'aria "scoppiano" nel filo sottile durante la colata.
Per la resina, invece, oltre alla colata a filo sottile (realizzabile solo con resine PUR a catalizzazione lenta) è importante evitare di mecolare la resina con troppa foga perché immette molta aria nella miscela.
Ho organizzato un corso e sia le forme che le colate sono uscite molto bene senza bisogno di ricorrere al vuoto.

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@ Giovanni Seregni: il tuo timore di ritiri o crepe,benchè legittimissimo e fondato, non è confermato dalla pratica. I due esempi che ho trovato in rete (una aln556 breda e una Ale880 mi pare) alla fine erano robusti e belli! Secondo quanto descritto dai due modellisti, il solvente degli stucchi penetra nelle fibre della carta, già irrobustite dal collante vinilico, e le fissa.
Inoltre, cosa non fatta dai due autori dei modelli, ma dedotta da prove pratiche, se si spruzzasse la parte interna col medesimo stucco la robustezza aumenta. Il processo è simile a quello utilizzato per costruire tavole da surf (anima in polistirolo-fogli di fibra di vetro-resina epossidica). Riguardo alla tecnologia 3D, un cosa che secondo me darebbe un impulso notevole alla scala N stile Fs sarebbe l'apertura di un negozio online, dove si vendono modelli da adattare a soluzioni commerciali. Da notare che lo stesso modello, benchè pensato per la N, è adattabile a ogni scala. Ma qui siamo OT penso... :mrgreen: :mrgreen:


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matteo reich ha scritto:
@ Giovanni Seregni: il tuo timore di ritiri o crepe,benchè legittimissimo e fondato, non è confermato dalla pratica.........

grazie ! c'è la famosa carenata FS che mi attira, prima poi proverò :)
invece notizie cattive, anzi pessime, sulla stampa 3d, anche evoluta. Ho parlato a lungo con un tecnico qualificato, sia di sinterizzazione laser, sia di stereolitografia. Tanto per essere breve, il parametro (era ovviamente preparato sulle scale ed ha fatto lui l'esempio) della scanalatura tra due mattoni, non dà assolutamente gararanzie di riuscita. E parliamo esclusivamente di master, mai più di produzione, perché gli oggetti che escono sarebbero comunque e sostanzialmente da lavorare con altri procedimenti di lisciatura e rifinitura. In altri termini la stampa 3d non regge assolutamente il confronto con la fotoincisione. A PATTO di non sondare il settore che sforna prototipi per gioielleria, qui sono ancora meglio attrezzati, ma a questo punto è inutile fare accademia, perché i costi leviterebbero in modo evidente. Mi chiedevo, e un master "ibrido"? Un collage di volumi e fotoincisioni sopra, a mo' di pelle? Però francamente mi son detto, allora meglio "ibridare" col plasticard, per fare dei master, che almeno quello è bello liscio di sua natura....
Insomma, credevo ci fosse un salto di qualità rispetto al 3d "a filo", c'è sicuramente, ma non siamo ancora a un punto accettabile ... a meno che non coltiviamo l'hobby delle copertine per i cellulari, statuine "manga", montature da occhiale personalizzate ed altre cianfrusaglie del genere :(

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Ultima modifica di Giovanni Seregni il 12/01/2015, 19:20, modificato 1 volta in totale.

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Giovanni Seregni ha scritto:
Le mie perplessità erano più che altro per il sistema cartapesta-stucca-ristucca. Non lo vedo molto preciso, e suscettibile di screpolarsi nel tempo, lieto di essere smentito da qualche esempio

Non sono più intervenuto perchè non posso postare la foto del "modello" (parolone, quello venuto bene era un abbozzo di carrozzeria di ALn 990) che avevo realizzato, avendolo donato anni fa ad un caro amico.
Assicuro comunque che il mix cartapesca-stucco funzionava molto bene :mrgreen:

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Un salutoNe,
Antonio

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Cita:
invece notizie cattive, anzi pessime, sulla stampa 3d, anche evoluta. Ho parlato a lungo con un tecnico qualificato, sia di sinterizzazione laser, sia di stereolitografia. Tanto per essere breve, il parametro (era ovviamente preparato sulle scale ed ha fatto lui l'esempio) della scanalatura tra due mattoni, non dà assolutamente gararanzie di riuscita. E parliamo esclusivamente di master, mai più di produzione, perché gli oggetti che escono sarebbero comunque e sostanzialmente da lavorare con altri procedimenti di lisciatura e rifinitura. In altri termini la stampa 3d non regge assolutamente il confronto con la fotoincisione. A PATTO di non sondare il settore che sforna prototipi per gioielleria, qui sono ancora meglio attrezzati, ma a questo punto è inutile fare accademia, perché i costi leviterebbero in modo evidente. Mi chiedevo, e un master "ibrido"? Un collage di volumi e fotoincisioni sopra, a mo' di pelle? Però francamente mi son detto, allora meglio "ibridare" col plasticard, per fare dei master, che almeno quello è bello liscio di sua natura....
Insomma, credevo ci fosse un salto di qualità rispetto al 3d "a filo", c'è sicuramente, ma non siamo ancora a un punto accettabile ...
secondo me la storia prototipo 3D + calco in gomma + resina per ottenere una modello non regge molto. Primo per il motivo che hai detto tu (scarsa precisione) secondo proprio per il modo in cui sono prodotti (in pratica si stendono filamenti in materiale plastico, che col calore si fondono assieme) che lascia delle antiestetiche righine su tutto il modello. Perciò come hai detto tu il modo migliore per fare un master rimane sempre il caro vecchio plasticard... cerca su internet ''nouveautes de Philip Fabre'' e ne vedrai delle belle....è un modellista francese che realizza per se e per gli altri modelli molto dettagliati ed economici in plasticard (master) che poi clona...la sua ultima realizzazione sono le doppio piano SNCF, simili se non uguali alle Casaralta.


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