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Piccolo divertimento in scala N. Non ho la pretesa di realizzare un modello impegnativo, ma in N ci sono ancora, pur lavorando sulla Z.
Sto effettivamente giocando, anche per mettere ordine nel mio sterminato magazzino :lol:
Mi sono quindi immaginato che Tibidabo, ai tempi, avesse messo in produzione anche la versione nera del suo famoso 626. Lo sto quindi ricostruendo senza pretese, con l'estetica originale, e solo qualche piccolo aggiuntivo.

I primi passi del piccolo, ancora senza carrelli snodati e senza un filo di zavorra, lo muove un vecchio motore Fleischmann...
Meccanica ultimata, domani si comincia a verniciare

https://www.facebook.com/soldatinodistagno/videos/2671668029526535/


E qui sotto, mentre cominciavo a rovistare...


Allegati:
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Giovanni Seregni ha scritto:
Meccanica ultimata, domani si comincia a verniciare


ma dopo una lunga consultazione di vari testi ... in grigio pietra :lol:
non in nero, a parte le approssimazioni del modello (c'è chi lo chiama giocattolo), col nero sulla terza serie proprio non ci siamo.. mentre il grigio è ancora plausibile, terza serie dal '44, passaggio FS da grigio a isabella il '46

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Sì, è "piuttosto" approssimativo come modello, ma a me piace... sarà che è stato il mio secondo modello in N (primo il 341 RR) ma mi piace ... certo magari un upgrade della motorizzazione ci starebbe, ma per ora soprassiedo, ha girato talmente poco che il motore credo sia sempre in rodaggio.....

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per me è stato il primo !!! nella scatola carota di cartone e visto dal vecchio Movo di Milano!
Non toccarlo ... ossia io terrei come è, anche io ne ho uno nuovo, marcia abbastanza bene e sono pochi in giro.
Me lo custodisco ... questa che ho usato era roba sfusa proveniente da vecchi esperimenti, ne feci fuori almeno due. Ma ero agli inizi e cercavo di capire dove il motore inpuntasse. Invece il difetto, son certo, era la troppa vulnerabilità della posizione delle bronzine, incastrate in un telaio in una pressofusione poco precisa. Difetto che la Tarta RR non aveva, pur con lo stesso sistema di incastro bronzine nella fusione.
comunque mi è scappato un lapsus che mi han giustamente fatto notare. :) L'intervallo degli anni è 1934 - 36 ... non 44 - 46
adesso devo risolvere due problemini, non ho più le vitine a testa conica che vanno sotto telaio e carrelli , piccolissime .. e non trovo niente col passo femmina per le lunghe viti di snodo carrelli ... che mi par proprio fossero con sede filettata nel telaio...

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Scusa, ma cosa intendi per "passo femmina"? - Francesco

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Francesco Arone di Valentino ha scritto:
Scusa, ma cosa intendi per "passo femmina"? - Francesco

il passo femmina adatto, queste viti hanno bisogno di un dado di diametro e passo minimo minimo, che non riesco a trovare.
Mi spiace non usare le viti originali (o meglio i "bulloni" originali), hanno la parte filettata in punta e il resto liscio, per far ruotare i carrelli.

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Giovanni, anche a me risulta oscuro il termine "passo femmina".
Non ho mai studiato materie meccaniche, ma la pagina di wikipedia sulla filettatura non nomina mai questo termine.
Io so che il passo è la distanza tra le creste di due filetti consecutivi, misurata ovviamente, in senso logitudinale.
Sia una vite che un dado hanno ovviamente lo stesso passo, quindi non vedo una possibile differenza di genere. Ad esempio io posso avere viti passo M1.2 oppure dadi passo M1.2, ma sempre 1.2 è!

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allora ... io ho il bullone che ha il passo X
ma.. non ho il dado (che dovrebbe avere ovviamente il passo di filetto X ma femmina, per accogliere il suddetto bullone a passo X che cerco di avvitare)

siccome dispongo di bullone a passo X ma non del suo dado (un dado è femmina) con lo stesso passo X, non posso utilizzarlo
non capisco come mai non sia chiaro se scrivo dunque che mi manca il suo passo femmina

io di microdadi ne ho, ma non vanno bene, se provo ad avvitare il bullone si punta dopo due giri, per me vuol dire che il passo della filettatura femmina non è il suo (non sono allo stesso passo le spire), anche se il diametro della sede pare giusto


ps. chiaro che potrei utilizzare una giusta coppia bullone dado, ma perdo una comodità. Il bullone originale verso la testa diventa liscio, senza filettatura, in modo da formare un finecorsa automaticamente aggiustato allo spessore per la rotazione del carrello, che invece avvitandolo del tutto, per fermarlo bene, si bloccherebbe restando imprigionato. Il bullone è fatto come certi microbulloncini per il biellismo, che si fissano bene sulla ruota, ma mantengono sporgente una parte utile non filettata adatta a consentire il movimento della biella.

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Va beh, bastava dire che ti manca il dado!
Una dado è una cosa fisica, un "passo femmina" (passo del dado) è una proprietà geometrica.

Magari dico una stupidata, ma se prendi un bullone con il passo corrispondente al dado che hai e gli sporchi con della saldatura (o altro adesivo forte) la parte di filettatura lato testa che deve restare liscia per non avvitare oltre dentro il dado, non potresti risolvere il problema?

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Infatti è proprio la proprietà geometrica che non va bene, è il passo del filetto (femmina) che a occhio, guardando il suo bullone (maschio) dovrebbe avere le spire più avvicinate e fini delle solite.
Mi pareva più elegante trovarlo, ma temo non esista più, infatti la cava (femmina) con relativa filettatura di Tibidabo non era parte di un dado ma ricavata nel corpo del telaio.
Di modi per ovviare ce ne sono, a me pareva più elegante ovviare con una geometria giusta.
Oggi ho cercato in giro dovendomi anche approvvigionare di minuterie, ma non ce ne sono, e comunque non essendo di certo un passo di filetto metrico è sempre un azzardo ordinare.
Comunque, più che saldare, penso di usare un tubetto calzato su un bullone, in modo da avere un battente preciso .. o in ottone o di recupero dei tubetti di plastica da montare sugli spry degli svitol . Tanto la sede carrello la posso allargare parecchio ... e il carrello mi ruota così su un perno più preciso...

trovato.. il termoretraibile più fine che ho si adatta esatto su due viti lunghe di ottone...

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Il bullone, la vite e simili sono sempre maschi, il dado e affini, sempre femmina. Il passo,dato comune a dadi e bulloni, è stato perfettamente definito dal Prof: Di passi ne esistono infiniti, talora non codificati, dato che per certe applicazioni vengono realizzati al tornio secondo le esigenze. In quanto alle viti che fissano i carrelli del 626, come da te detto , sono delle viti parzialmente filettate con passo che a occhio, non possiedo un contafiletti adatto alla bisogna, mi sembrano passo 1. Non mi preoccuperei di usare una vite totalmente filettata dato che il carico sui filetti non è certamente in grado di deformarli e tanto meno il filetto di "filettare" il foro nel telaio del carrello. Prova qualche vite da i,6 mm. passo 1. Buon lavoro. - Francesco

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certo ma il punto era individuare come andare a imperniare i vitoni originali che sono incompatibili con tutti i dadi che ho... ti ringrazio, in effetti li ho abbandonati per due nuovi vitoni di ottone. Sui loro dadi ho saldato due piccoli fazzolettipure di ottone, che servono ad incollarli bene sul corpo del telaio (i fazzoletti restano sulla parte superiore di questo e i dadi sono affogati) e servono pure da fine corsa per i vitoni. Il tutto fatto a mano non è bellissimo ma funziona... semmai darò un po' di vernice ai filetti che fanno da perno per renderli più "morbidi" quando li avrò tagliati a misura.
Perdonate l'estetica ... ma per spiegarmi aggiungo foto ...
estetica pessima ma mi serve che tutto sia smontabile, compreso impianto captazione, affidato a tondini di ottone ... si vedono i tubetti che fanno da innesto, come fosse una spina, sistema che uso sempre per non avere cavi volanti in giro. Importante è arcuare un attimino il tondino che entra un bel pezzo, perché sforzi e assicuri un contatto stabile.

ps. il carrello motore è un monoblocco che si cala dall'alto e si avvita, ma la spina del primo ingranaggio si sfila... quindi si smonta l'intera catena ingranaggi togliendo il carterino


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Piccola pignoleria al limite dell'OT: la vite è l'elemento maschio, il dado la femmina, il bullone l'insieme dei due.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Bullone
https://www.differenzatra.it/differenza ... llone/amp/
Nel parlare comune spesso si usa bullone intendendo vite, ma non proverei a ordinare a un'azienda 10.000 bulloni se mi servono solo le viti...


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veramente io intendo la vite come elemento generico, può essere di vari tipi. Il bullone invece è una vite adatta per la sua forma continua a inserirsi nel dado ... almeno, questa è l'accezione corrente dai ferramenta che frequento

come mette per inciso anche wikipedia
Se da un punto di vista della definizione in ambito tecnico il termine bullone identifica l'accoppiata di vite e dado, nel linguaggio comune, e anche in alcuni testi tecnici del passato, non è raro che venga identificato con questo termine solo la vite[4][5][6] o solo il dado[3]. Il termine deriva dal francese boulon[2]. Il bullone si distingue dal rivetto, che non è smontabile.

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I problemi di nomenclatura credo interessino relativamente, mi piace il lavoro di ricostruzione che stai facendo.
Ti seguo con interesse.

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Un salutoNe,
Antonio

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