L5 e L6 (loco ex T3) Il profilo della linea, senza eccessive pendenze soprattutto nella sezione meridionale, e con una contenuta distanza media tra le stazioni, portò l’amministrazione FVL a integrare - a partire dalla fine degli anni Dieci - il preesistente parco di locomotive a due assi con locomotive più potenti ma altrettanto leggere, del tipo prussiano T3 (rodiggio 0-3-0). Considerato l’iniziale armamento, la linea costituiva l’ideale tracciato per questo tipo di locomotive, oltretutto già in dotazione su altre linee gestite dalla Società Veneta. Le locomotive T3 erano locotender prodotte, a partire dalla fine dell’Ottocento, per le Regie Ferrovie Prussiane: macchina robusta e apprezzata, in servizio anche presso molte altre linee in concessione, non solo della Società Veneta, ma anche per la Ferrovia Centrale del Canavese, la Ferovia della Valtellina, la Torino-Ceres e la Ferrovia della Valle Sessera. La macchina era infatti adatta al servizio su linee secondarie, soprattutto per la facilità con cui veniva manovrata nel momento dell’inversione di marcia. Considerate tali caratteristiche, furono così ordinate dalla FVL due locomotive Henschel & Sohn a tre assi accoppiati e vapore saturo: i nomi presenti su alcuni registri parziali sono rispettivamente “Pieve” e “Torri”, mentre la classificazione societaria fu L5 e L6. È però possibile, non riportando i registri testimonianze certe in merito, che abbiano in realtà operato tre o più locomotive modello T3: alcune foto dell’epoca mostrano infatti profili differenti, nel duomo e nella cabina, testimonianza del fatto che i mezzi non erano tutti costruiti dalla casa madre tedesca di Cassel. A meno che non si ipotizzino lavori di rifacimento della caldaia probabilmente impossibili nelle officine di Torri, deve essere transitata da Liseto anche la macchina proveniente dalla cessata ferrovia di Massa Marittima (FMF), che passò poi, nel 1929, alla Ferrovia Poggibonsi-Colle Val D’Elsa (FCP). Non è da escludere però un utilizzo provvisorio, o il noleggio, limitato alla fornitura di lignite, della T3 in servizio nella miniera di Castelnuovo dei Sabbioni da parte della Società Mineraria del Valdarno Superiore. Il servizio tra Liseto e Pieve, come pure tra Liseto e Casali, ebbe inizio con tre canoniche coppie di treni, ma già nel 1920 se ne aggiunse una quarta, che permetteva la coincidenza con i treni della linea FS. Va sottolineato che sulla linea, a quel tempo, non erano previsti treni merci ordinari, infatti tutti i convogli erano classificati “misti” e quasi tutti comprendevano, oltre alle carrozze a terrazzini e ai bagagliai, anche qualche carro merci. Le locomotice potevano essere all’occorrenza anche utilizzate a ritroso senza limitarne la velocità: ciò consentiva, evitando la giratura al capolinea, un più sollecito inoltro dei convogli e semplificava le manovre a fine corsa (gli scali della linea erano spesso, fino agli anni Quaranta, sovraffollati di carri in arrivo o in attesa di inoltro). Come sulla vicina Arezzo-Stia, anch’essa esercita dalla Società Veneta – anche sulla FVL le T3 fecero la parte del leone. L’alimentazione di queste macchine, come di tutte le locomotive FVL a partire dal 1931, passò dai carboni di risulta alle ligniti del vicino Valdarno: almeno una volta a settimana giungeva al deposito di Torri una breve tradotta di carri proveniente da Montevarchi, con inoltro diretto. Il miglioramento dei combustibili, insieme a quello dei lubrificanti, incise assai positivamente sulla resa delle locomotive e contribuì alla loro longevità. Con l’elettrificazione della linea negli anni Trenta il servizio a vapore venne relegato per i soli treni merci. Le numerose industrie presenti tra Gramigna e Casali garantivano un traffico di carri non indifferente. Le T3 in particolar modo vennero usate per le brevi tradotte di servizi stagionali dei vari consorzi agrari che usavano la ferrovia quale raccordo con i mercati nazionali. Le T3 non risentirono di sabotaggi o danni dalle azioni belliche, essendo state preventivamente riparate nella parte a monte della linea. Le macchine in gestione continuarono il loro impiego senza sosta, incrementando anzi le ore di attività, anche in considerazione del fatto che, nell’immediato dopoguerra, quando venne sospeso il servizio a trazione elettrica, le T3 tornarono a effettuare anche treni passeggeri fra Liseto e Pieve. In questo periodo potrebbe esseersi verificato un avvicendamento temporaneo di materiale rotabile con la L.F.I. linea sulla quale altre analoghe locomotive Henschel prestavano assiduo servizio. Le composizioni merci degli anni Cinquanta erano modeste e, per lungo periodo, stabilite in modo fisso, consistenti, per il primo treno della mattina, in due o tre carri chiusi, due carri per il pietrisco e un caro Poz a carrelli carico di tronchi d’albero, che veniva sganciato a Candeli per servire l’omonima segheria. Anche gli altri carri dovevano essere sganciati durante il percorso e ricoverati negli appositi tronchini degli scali merci, con una serie di manovre di ricovero e scomposizione del convoglio spesso lunghe e assai complesse. Col tempo le nostre vaporiere accusavano però qualche difficoltà ad affrontare le livellette del 18 per mille a nord di Liseto Città, e spesso vennero impiegate per sussidio, treni manovre e cantiere. Fino alla chiusura della breve diramazione per Pescaie, non era infrequente trovare una T3 al traino delle brevi tradotte di carri di pietrisco e ghiaia, anche se i frequenti noleggi da parte della FVL di locomotive appartenenti al parco FS, come le Gr 835 e Gr 880 limitava molto il loro utilizzo. Con gli anni Sessanta le locomotive vennero definitivamente ritirate dal servizio in linea. Il loro campo d’azione venne limitato ai raccordi con gli stabilimenti, o alla movimentazione dei carri nelle stazioni di Pieve e Torri, dove un esemplare trainava i carri di carbone e veniva tenuta di scorta al treno soccorso. Anche a seguito dell’alienazione della L5, la locomotiva immatricolata L6 venne revisionata e tenuta di riserva per treni passeggeri speciali, turistici o commemorativi (composti spesso da una sola carrozza centoporte) anche durante gli anni Settanta, continuando a smistare poi sporadiche tradotte di vagoni merci almeno fino al 1978, quando venne definitivamente accantonata.
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