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 Oggetto del messaggio: Re: Carrozze tipo 1921 Tibidabo
MessaggioInviato: 14/03/2023, 13:38 
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Per il motore non c'è problema: MicromotorEU 1015D. Basta tagliare uno degli assi. Come altezza è perfetto, come diametro leggermente inferiore ma non è un problema bloccarlo, il numero di giri, 16000, dovrebbe essere adatto. Ho qualche dubbio sulla scorrevolezza della cascata di ingranaggi, ma bene o male dovrebbe muoversi. - Francesco

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 Oggetto del messaggio: Re: Carrozze tipo 1921 Tibidabo
MessaggioInviato: 14/03/2023, 13:55 
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Questa dovrebbe essere una confezione originale.
Vista la presenza dell’alimentatore deduco che la macchina è stata venduta all’epoca con la sua motorizzazione.

Allegato:
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 Oggetto del messaggio: Re: Carrozze tipo 1921 Tibidabo
MessaggioInviato: 14/03/2023, 14:02 
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A Francesco:
Difatti non sono andato a misurare il motorino Conrad che ho usato per la Tibi 685 ma è piccolo potente e a giri non elevati. Ne ho uno di riserva, ma non ho misurato. E a proposito mi devo trattenere sull'835 proprio perché devo ancora finire la 685, molto avanzata ma mi ero stoppato non trovando un collegamento elettrico che mi piacesse, monta smonta, con cui portare le captazioni del tender tenendolo pure a minima distanza. Ma ci tengo perché la macchina è praticamente finita e si muove bene ed è la prima cosa in N su cui prima o poi rimetterò le mani.
Io credo che gli ingranaggi originali della 835 funzionerebbero bene, su quelle statiche che ho sono scorrevolissimi, piuttosto ho paura che montando un motore moderno bisognerebbe pensare ad aggiungere peso nella parte anteriore, il telaio davanti ha una zavorra minima e il peso graverebbe tutto sul primo asse sotto cabina ...

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Ultima modifica di Giovanni Seregni il 14/03/2023, 14:08, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Carrozze tipo 1921 Tibidabo
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Pietro de' Castiglioni ha scritto:
Questa dovrebbe essere una confezione originale.
Vista la presenza dell’alimentatore deduco che la macchina è stata venduta all’epoca con la sua motorizzazione.

Allegato:
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bellissimo !!!!!!!!!!!
il mistero si infittisce, 4,5 volt mentre il 626 era già commercializzato con alimentazione standard?

EDIT .... ahhhh è un contenitore per pila quadrata. Andava comunque. Io in HO all'inizio non avevo l'RT e usavo solo quella con 2 graffette, ed era sufficiente.

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Ultima modifica di Giovanni Seregni il 14/03/2023, 14:12, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Carrozze tipo 1921 Tibidabo
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Dimenticavo, mi sono fermato a suo tempo, per il problema "presa di corrente" perché entrambe le ruote sono isolate per cui bisogna alimentare con striscianti sulla superficie di rotolamento e non ho trovato niente di adatto. - Francesco

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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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Ma quindi se ho capito bene sarebbe semplice smontare la cassa della Tibidabo e montarla sulla Atlas Rivarossi 2190.

Chissà perché l'idea non è venuta alla Rivarossi stessa, che non ha mai realizzato locomotive a vapore italiane in N.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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Il passo degli assi della 835 è leggermente diverso: 1750 mm tra le prime due, 1850 tra la seconda e la terza.
Le T3 hanno invece il passo simmetrico.
Inoltre nel modello Rivarossi 2190 manca tutta la distribuzione...

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salutoNi
Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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Federico Cabrini ha scritto:
Ma quindi se ho capito bene sarebbe semplice smontare la cassa della Tibidabo e montarla sulla Atlas Rivarossi 2190.

Chissà perché l'idea non è venuta alla Rivarossi stessa, che non ha mai realizzato locomotive a vapore italiane in N.


Tutta la N Rivarossi, e anche Lima, puntava a Epoche attuali. quindi come avresti poi fatto le composizioni?
Il mio busillis è questo. Rvarossi e Lima hanno "male educato" i fermodellisti, o piuttosto hanno aticipato i gusti fermodellistici attuali orientati alle loco stile "cassone" di oggi?
Fatto è che dove il modellismo è più diffuso, tanto per non far nomi in Germania, le epoche del vapore sono un filone di grande interesse, che vien coltivato dalle case.

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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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massimo di giulio ha scritto:
Il passo degli assi della 835 è leggermente diverso: 1750 mm tra le prime due, 1850 tra la seconda e la terza.
Le T3 hanno invece il passo simmetrico.
Inoltre nel modello Rivarossi 2190 manca tutta la distribuzione...


Capisco
Quindi è comprensibile che la Rivarossi non volesse prestarsi a un'operazione simile che ne avrebbe danneggiato la fama di produttrice di modelli corrispondenti al reale (cosa che all'epoca non era scontata).


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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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Giovanni Seregni ha scritto:
Federico Cabrini ha scritto:
Ma quindi se ho capito bene sarebbe semplice smontare la cassa della Tibidabo e montarla sulla Atlas Rivarossi 2190.

Chissà perché l'idea non è venuta alla Rivarossi stessa, che non ha mai realizzato locomotive a vapore italiane in N.


Tutta la N Rivarossi, e anche Lima, puntava a Epoche attuali. quindi come avresti poi fatto le composizioni?
Il mio busillis è questo. Rvarossi e Lima hanno "male educato" i fermodellisti, o piuttosto hanno aticipato i gusti fermodellistici attuali orientati alle loco stile "cassone" di oggi?
Fatto è che dove il modellismo è più diffuso, tanto per non far nomi in Germania, le epoche del vapore sono un filone di grande interesse, che vien coltivato dalle case.


Anche in Italia nella H0 il filone del vapore era molto coltivato dalla Rivarossi. Probabilmente pensavano che visti i numeri del mercato italiano non fosse conveniente impegnarsi per una vaporiera in N.

Non direi che Rivarossi e Lima in N puntassero a modelli contemporanei tralasciando quelli del passato: hanno realizzato solo modelli tecnicamente semplici (444, 341, 424) tralasciando quelli più complessi, sia il vapore ma anche le articolate che all'epoca erano la spina dorsale delle FS.

Dispiace solo che abbiano fatto dei doppioni incomprensibili (la 444 e la 341, perché non puntare invece su una 343 o 345?), e che non abbiano pensato a una 668 che avrebbe consentito anche ai bambini di allestire un plastico minimo ed economico.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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Federico Cabrini ha scritto:
Non direi che Rivarossi e Lima in N puntassero a modelli contemporanei tralasciando quelli del passato: hanno realizzato solo modelli tecnicamente semplici (444, 341, 424)

erano i modelli dell'epoca in cui furono realizzati, del vapore non hanno fatto niente, e non era neanche nei programmi poi disattesi dalla loro chiusura.
ps
A livello aziendale la divisione tra modelli semplici e meno semplici non esiste, la Lima fece delle Loco a vapore, ma non FS, idem la Rivarossi, e sempre non FS. In azienda fai gli stampi e la motorizzazion e non hai mai il problema serio dell'autocostruzione che spunta ad ogni passo.
Gli artigiani, di certo, non li fanno, perché artigianalmente cambia tutto e tutto diventa difficile.
Ma quello che intendo dire, il mercato ristretto della N si stringe al lumicino in quanto a fans proprio sul vapore.
Una raffinatezza su una articolata la coglie chi ha già interesse per le ferrovie, sul vapore la colgono tutti e sarebbe quindi un richiamo, perché l'estetica è più varia ed emozionante.
Non so se mi spiego, la raffinatezza di uno sportello in più o in meno di una certa serie di motrici col pantografo non è esteticamente la stessa cosa di un biellismo sofisticato o di un fischio presso un duomo, che fa bella mostra di sé, ed è un dettaglio che attira pure un profano.
E per me è un gatto che si morde la coda, all'estero il vapore è la palestra per modelli bellissimi, che attirano nuovi adepti proprio per l'estetica e la ricercatezza.

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Giovanni Seregni ha scritto:
A livello aziendale la divisione tra modelli semplici e meno semplici non esiste, la Lima fece delle Loco a vapore, ma non FS, idem la Rivarossi, e sempre non FS. In azienda fai gli stampi e la motorizzazion e non hai mai il problema serio dell'autocostruzione che spunta ad ogni passo.


Non dico che non ne avessero le capacità: certo che le avevano! Però evidentemente credevano che investire in modelli complessi per il mercato italiano non si ripagasse.

Molti modelli Lima di rotabili esteri erano più precisi e dettagliati di quelli italiani. E anche nel catalogo Rivarossi negli anni settanta e ottanta la differenza si vedeva.

Anche Fleischmann e Märklin dopo qualche tentativo iniziale abbandonarono presto il mercato italiano, evidentemente perché non vi vedevano del potenziale. Peccato.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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Non ho detto che non avessero la capacità di fare modelli complessi come con il vapore, anzi, ho detto il contrario, perché appunto li fecero anche in N ma solo per l'estero.
Probabilmente videro che il mercato italiano in N aveva preso la piega del voler veder girare i treni, possibilmente veloci, e cambiarono il tema originale (stile Briano e loro manuali per plastici e tutto l'insieme dettagliato per le stazioni). Rivarossi per la N non fece neanche una stazione, a fronte di un HO che soddisfava tutta la gamma delle esigenze.
Oggi è così, non è un caso che l'interesse verta sulle manovre e quindi sul digitale.
Solo che come ho detto questa cosa al mercato non ha giovato, ha allontanato dalla N i collezionisti, i dioramisti e i plasticisti puri.
E così facendo il mercato si stringe. All'estero non è andata così, ed è stato meglio per loro.
Quando ben hai italianizzato quelle tre o quattro macchine a vapore di origine tedesca, che fai? Se ti piace il vapore e il pittoresco dei vecchi convogli d'epoca finisci sul tedesco, al limite sull'americano, o cambi scala.
Naturalmente a parte quei rari autocostruttori che per l'appunto non sono un target appetibile per le aziende che giustifichi gli investimenti.

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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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Federico Cabrini ha scritto:
(...)
Anche in Italia nella H0 il filone del vapore era molto coltivato dalla Rivarossi. Probabilmente pensavano che visti i numeri del mercato italiano non fosse conveniente impegnarsi per una vaporiera in N.
(...)

Da sempre penso che l'avere realizzato dei doppioni abbia "dimezzato" il mercato italiano, impedendo alle case di raggiungere i risultati prefissati.
Da lì non ci hanno più creduto, non solo Lima e RR ma tutti i produttori, impossibile perciò ipotizzare (con la complessità - e i costi collegati - che le contraddistinguono) una vaporiera italiana in N.
Il mercato, come sosteniamo dal 1995, anche in Italia invece c'era, assolutamente. Non penso potrà portare a una macchina a vapore industriale italiana.

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Un salutoNe,
Antonio

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 Oggetto del messaggio: Re: Tibidabo 835
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Anche altre scelte lasciano perplessi: la Lima negli anni 80 fece una bellissima carrozza UIC-X, che personalmente trovo più bella delle Rivarossi e anche di quelle estere (Fleischmann, Roco, Trix).

Purtroppo la fecero solo in versione di 1a classe tralasciando la 2a, e solo in rosso fegato.

Insomma un flop annunciato: chi mai vorrebbe sul plastico un treno espresso di sola 1a classe?


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