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il paragone tra le regioni è mal posto, perché il bilancio, comunque sia, è comunque statale Italiano.
Per l'europa sarà invece una novità, in pratica, se non accetti il discorso di principio, banalmente prendi almeno atto che pagheremo più iva che non ora per i maggiori paesi da cui acquisteremo, francia germania e austria. Un bel successo.

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Giovanni Seregni ha scritto:
il paragone tra le regioni è mal posto, perché il bilancio, comunque sia, è comunque statale Italiano.
Per l'europa sarà invece una novità, in pratica, se non accetti il discorso di principio, banalmente prendi almeno atto che pagheremo più iva che non ora per i maggiori paesi da cui acquisteremo, francia germania e austria. Un bel successo.


Strano tu non conosca le pressanti richieste dei Governatori Padani circa la permanenza delle imposte nelle regioni di produzione. Forse un poco meno strano che tu non sappia che questa norma, peraltro sempre disattesa dallo Stato, è inserita nello statuto della Regione Sicilia.
In quanto al maggior costo, ti ricordo che su qualsiasi prodotto che si acquista in Italia, indipendentemente dal luogo di produzione, si paga l'alquota I.V.A italiana che, peraltro, su alcune merci è inferiore alla media europea. Ciò posto, ritengo si possa inquadrare la norma fra quelle antielusione, norma che finisce col colpire un numero molto ristretto di transazioni fra le quali purtroppo alcune, poche, delle nostre. - Francesco

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Resta il fatto che è inconcepibile che, con la normativa precedente, lo stesso prodotto possa avere un carico IVA diverso se comprato da un italiano in Italia o da un italiano in Germania (visto che siamo in un mercato unico con un'unica moneta).
Però la soluzione logica, perchè contabilmente molto più semplice e quindi meno costosa, doveva essere l'armonizzazione dell'IVA tra tutti i paesi europei, non la ulteriore differenziazione a seconda del paese di residenza dell'acquirente, con grandi e costose complicazioni contabili.
D'ora in avanti lo stesso prodotto avrà un carico IVA diverso se comprato da un italiano in Germania o da un tedesco in Germania.
Prego notare i grassetti.

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Massimo


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MessaggioInviato: 20/07/2021, 10:28 
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Molto bene, intanto poco fa ho avuto il problema personalmente di fronte.
FR, dalla Germania, mi ha restituito l'importo ricevuto tramite Paypal (dopo ordine elettronico sul suo sito) con il seguente messaggio.

Hi Giovanni,
accordingly to the latest EU-determinations about Value Added Taxe from July 1st I cannot longer
serve customers in EU-countries except you have a German delivery- and invoice address.
I have returned your paypal payment.
Sorry about the inconvinience
Harald


Aspettiamo l' "armonizzazione" dell'IVA proposta da Massimo.
Così mi levo la curiosità di capire se il metodo sarà quello, nei paesi che tassano di meno, di adeguarsi tutti alla super IVA italiana, elevando le loro, o i nostri prodigiosi governanti attuali saranno capaci di abbassare l'imposta ai più favorevoli livelli altrui (magari, per bilanciare gli introiti, potrebbero elevare le accise su tutto... )
Certo che come suggerimento, di eliminare le differenze,è apprezzabile. E' un po' come se per eliminare le problematiche del Covid tra chi è malato e chi no, i paesi europei decidessero che non esista la malattia.
Non sarebbe bello un mondo senza malattie, così come un mondo senza tassazioni?
Pensare che ci vorrebbe così poco ... o no?

PS. Invece il discorso di Francesco Arone Di Valentino non l'ho capito, ho sempre pagato IVA tedesca acquistando su Ebay dalla Germania e quella inglese, acquistando le stampe di Protolabs. Inferiori a quella italiana. Non so quale merce l'abbia superiore e comunque non mi tocca su ciò che acquistavo. Ora Protolabs non la uso più per altre ragioni, ma il fatto che ora dalla Germania c'è e ci sarà in pratica un divieto che favorirà solo le solite multinazionali che escogiteranno un trick perché per chi è grosso è facile spalmare costi aggiuntivi di gestione non mi pare un gran successo.
Questa novità tecnicamente è molto raffinata. Grava (teoricamente) a favore dell'Italia prevedendo introiti per operazioni dove il nostro paese è solo spettatore, e si traduce in una pastoia per la gente che impedisce di fatto l'esercizio del diritto di acquisto.
Ma del resto, se continuiamo a ragionare così, di esser bastonati ce lo meritiamo.

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MessaggioInviato: 20/07/2021, 12:28 
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Vedi Giovanni, spesso io non capi9sco i tuoi e la tua ironia. E' reciproco. Comunque, nella fattispecie la cosa è semplice: se compri in Italia paghi l'IVA italiana, se sei in Germania e compri qualcosa, paghi la IVA tedesca. Sino ad ora, in ambito Comunità Europea, a differenza di quanto avviene coi paesi terzi, la IVA si intendeva compensata per le transazioni all'interno della Comunità, oggi ci si è reso finalmente conto che i sistemi fiscali sono, all'interno dell'Uniome, profondamente diversi, che alcuni Paesi ci marciano (vedi Irlanda o Lussemburgo p.es.) e si sta cercando di mettere delle toppe che, nella fattispecie, sono a noi sfavorevoli. Comunque tieni presente che le imposte indirette sono le uniche che paghiamo tutti e che finiscono coll'essre le più eque in quanto colpiscono i consumi. Spero essere riuscito ad essere chiaro. Ciao. -. Francesco

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Comunque in pratica acquisti in Germania via rete non sono, praticamente, più possibili? Bella cosa... praticamente sparisce la possibilità di acquistare beni che qui da noi sono praticamente introvabili, più o meno... se non ho capito male, ovviamente (cosa per altro possibilissima)?
Alla faccia del tanto declamato Mercato Comune Europeo... :(

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Giacomo Spinelli ha scritto:
Comunque in pratica acquisti in Germania via rete non sono, praticamente, più possibili? Bella cosa... praticamente sparisce la possibilità di acquistare beni che qui da noi sono praticamente introvabili, più o meno... se non ho capito male, ovviamente (cosa per altro possibilissima)?
Alla faccia del tanto declamato Mercato Comune Europeo... :(

esatto, a meno che il venditore si attrezzi fiscalmente per calcolare e versare l'IVA in Italia (nel ns caso). Cosa che ovviamente per chi non ha grandi volumi da esportare non conviene.
Per non parlare di dichiarazioni, errori, sanzioni, e controlli da fare da e per l'estero. Perché l'estero così con questo metodo adempie a un tuo tributo del tuo paese. Che non ho capito se sia di più un assurdo giuridico o comunque un pastrocchio bestiale.

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Francesco Arone di Valentino ha scritto:
Vedi Giovanni, spesso io non capi9sco i tuoi e la tua ironia. E' reciproco. Comunque, nella fattispecie la cosa è semplice: se compri in Italia paghi l'IVA italiana, se sei in Germania e compri qualcosa, paghi la IVA tedesca. Sino ad ora, in ambito Comunità Europea, a differenza di quanto avviene coi paesi terzi, la IVA si intendeva compensata per le transazioni all'interno della Comunità, oggi ci si è reso finalmente conto che i sistemi fiscali sono, all'interno dell'Uniome, profondamente diversi, che alcuni Paesi ci marciano (vedi Irlanda o Lussemburgo p.es.) e si sta cercando di mettere delle toppe che, nella fattispecie, sono a noi sfavorevoli. Comunque tieni presente che le imposte indirette sono le uniche che paghiamo tutti e che finiscono coll'essre le più eque in quanto colpiscono i consumi. Spero essere riuscito ad essere chiaro. Ciao. -. Francesco

I problemi grossi sono sulla normale tassazione di aziende che si dislocano altrove, dove più gli conviene, anche se l'attività la svolgono in un certo paese. Che è ben altra cosa rispetto al giro dell'IVA.

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Forse non sai che la contribuzione degli stati membri all'Unione, si basa sulla IVA. Francesco

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Francesco Arone di Valentino ha scritto:
Forse non sai che la contribuzione degli stati membri all'Unione, si basa sulla IVA. Francesco

il problema della tassazione dispari è un altro, ed è ancora irrisolto, come ben viene spiegato qui, e NON DA ME

https://www.ilsole24ore.com/art/pacchet ... se-AEo6ZGK

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L'assurdo giuridico, secondo me, è che si parla sempre di "mercato unico", ma in realtà al momento è solo l'affiancamento di tanti mercati regionali.
E' come se andando al mercato rionale di generi alimentari un cliente pagasse l'iva del 10 % al macellaio A e del 15% al macellaio B, per lo stesso identico taglio di carne. Assolutamente assurdo e incomprensibile, ma ignorato dalla stragrande maggioranza dei clienti finchè non ci sbattono il naso, come sta succedendo ora a noi modelisti.
Chissà che la presa di coscienza di queste assurde differenze da parte della pubblica opinione non faccia maturare i tempi per convincere le autorità politiche ad eliminarle!

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Si ma qui il problema non è la differenza tra le aliquote.
La questione è il destino dei soldi sonanti, ossia dove deve andare a finire l'IVA.
Con questa norma potresti avere tutte le aliquote uguali, ma se ESPORTI, hai a che fare con una riscossione di parte del tuo incasso che dovrai dare a un altro paese. E' UN DAZIO, invece che riscuoterlo la dogana, lo deve riscuotere l'amministrazione finanziaria dell'altro paese.
E tu, come venditore all'estero, che necessariamente NON significa essere ESPORTATORI con una rete sul secondo territorio, diventi un soggetto fiscale NEL MIRINO dell'altro paese. Con tutti gli adempimenti, gli obblighi, i controlli, i rischi, che questo comporta.
Fai meglio, come stanno facendo, se non hai molto peso, a evitare.
Non posso andare oltre perché il discorso diventerebbe politico e qui non si può. Ma è la stessa cosa per cui io a Milano vengo tassato (oneri primari di urbanizzazione) sulle case ai fini di formazione e manutenzione strade e parcheggi. E poi le strade sono invase dagli "sharing" (LEGGI NOLEGGIO) esteri, che di queste strade non hanno pagato un euro, altro che IVA, e io la macchina o la tengo ferma o non ritroverò mai più un posto.
Si chiama spregio dei diritti INDIVIDUALI in favore di un presunto bene COLLETTIVO che al solito diventa un lasciapassare per chi mi cammina in testa. Credo ci siamo capiti, non vado oltre.

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massimo di giulio ha scritto:
L'assurdo giuridico, secondo me, è che si parla sempre di "mercato unico", ma in realtà al momento è solo l'affiancamento di tanti mercati regionali.
E' come se andando al mercato rionale di generi alimentari un cliente pagasse l'iva del 10 % al macellaio A e del 15% al macellaio B, per lo stesso identico taglio di carne. Assolutamente assurdo e incomprensibile, ma ignorato dalla stragrande maggioranza dei clienti finchè non ci sbattono il naso, come sta succedendo ora a noi modelisti.
Chissà che la presa di coscienza di queste assurde differenze da parte della pubblica opinione non faccia maturare i tempi per convincere le autorità politiche ad eliminarle!


Hai assolutamente ragione, ma è una storia vecchia, in cui sono in gioco colossali interessi che gli interessati non vogliono compromettere. - Francesco

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MessaggioInviato: 21/07/2021, 11:17 
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Buongiorno

ho l'impressione che come spesso succede, il problema di per se è più la mancanza di informazione
In teoria è stato previsto un sistema digitale centralizzato al quale tutti i commercianti nella UE, premesso che abbiano una unica registrazione presso uno solo degli stati membri UE, può accerdervici
La registrazione a questa piattaforma dedicata era possibile già da Aprile 2021.
Quindi chi si registra qui poi non deve occuparsi direttamente di registrarsi in ogni singolo stato e versare le competenti Imposte, ma il tutto avviene automaticamente dal sistema

Probabilmente ai commercianti resterà la necessità di adeguare l'applicazione corretta dell'iva in base alla destinazione. Quindi quelli più piccoli potrebbero preferire di riniunciare piuttosto che investire in aggiornamento/nuovo software, ma credo chi gestisce volumi importanti se non l'ha già fatto lo farà sicuramente.

Sotto un estratto che ho trovato curiosando in rete.

L’entrata in vigore dei regimi OSS/IOSS, originariamente prevista dalla Direttiva Ue n. 2455/2017 il 1°gennaio 2021, è stata posticipata al 1° luglio 2021 in considerazione degli effetti negativi della pandemia Covid-194. Una volta entrati in vigore, in questi regimi confluirà anche quello del MOSS. I regimi OSS/IOSS introducono un sistema europeo di assolvimento dell’IVA, centralizzato e digitale, che, ampliando il campo di applicazione del MOSS (concernente solo i servizi elettronici, di telecomunicazione e di teleradiodiffusione) ricomprende le seguenti transazioni:

vendite a distanza di beni importati da territori terzi o Paesi terzi (ad eccezione dei beni soggetti ad accise) effettuate da fornitori o tramite l'uso di un'interfaccia elettronica
vendite a distanza intracomunitarie di beni effettuate da fornitori o tramite l'uso di un'interfaccia elettronica
vendite nazionali di beni effettuate tramite l'uso di un'interfaccia elettronica
prestazioni di servizi da parte di soggetti passivi non stabiliti nell'UE o da soggetti passivi stabiliti all'interno dell'UE ma non nello Stato membro di consumo a soggetti non passivi (consumatori finali).

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Saluti
ANdrea


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MessaggioInviato: 21/07/2021, 11:32 
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Dimenticavo

il tutto si applica, se chi vende supera il tetto di Euro 10.000,00 complessivi di vendite nella EU

al di sotto di tale importo rimane l'applicazione iva attuale, che viene versata nella nazione di residenza del venditore

prima di questa riforma, il venditore poteva vendere nelle singole nazioni entro dei tetti massimi per potere continuare ad applicare l'iva nazionale,

per l'Italia questo tetto era di 35.000,00

conseguentemente deduco che molti venditori superassero già questi "tetti" e che quinndi fossero già "attrezzati" e la "nuova" normativa non dovrebbe sconvolgergli la vita.

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Saluti
ANdrea


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